Secondo l’associazione «Non si Tocca la Famiglia», il decreto legge n°1 del 7 gennaio 2022 stabilisce per gli studenti delle medie e delle superiori una «inaccettabile disparità di trattamento». Il riferimento è all’attribuzione della quarantena e della didattica a distanza per dieci giorni ai soli studenti non vaccinati. Una misura che «limiterà pesantemente il diritto allo studio per i ragazzi non vaccinati», si legge in un comunicato dell’associazione.
«La Scuola non è solo didattica, ma è luogo di inclusione e coesione sociale, non di divisione per le scelte vaccinali operate dalle famiglie», prosegue la nota, che, oltretutto, entrerebbe in conflitto con quanto disposto dall’Autorità garante per la privacy che, lo scorso 23 settembre, aveva stabilito che «non è consentito conoscere lo stato vaccinale degli studenti del primo e secondo ciclo di istruzione né è richiesto il possesso o l’esibizione della certificazione verde».
Alla luce del recente decreto, «è chiaro che l’ostensione di tali dati personali, unita al particolare regime di pubblicità in ambito scolastico, può essere fonte di rischi specifici per i soggetti minori interessati, determinando possibili ripercussioni negative sul piano personale, sociale e relazionale, sia all’interno che all’esterno dell’ambiente scolastico».
«Non si Tocca la Famiglia» chiede quindi al Garante «per la protezione dei dati personali di esprimere un parere sulla legittimità dei provvedimenti su richiamati, ai sensi della vigente normativa in materia di tutela della riservatezza e della privacy». Il punto da chiarire è «se, in deroga alla nota del 23 settembre 2021, sia adesso consentito da parte dell’istituzione scolastica, conoscere lo stato vaccinale degli studenti del primo e secondo ciclo di istruzione, con esibizione della certificazione verde, nonché se sia possibile ritenere, in relazione ai dati dell’emergenza sanitaria da Covid-19, gli Istituti scolastici soggetti compenti all’elaborazione dei “dati ufficiali”, riguardanti lo stato di salute, lo stato vaccinale o meno, l’eventuale stato di quarantena/isolamento di studenti minori e/o maggiorenni, tutti dati, il cui trattamento ed elaborazione è invece rimessa, oggi, agli enti deputati alla sorveglianza sanitaria».
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