Last updated on Luglio 30th, 2020 at 04:05 am
Ieri si è svolto un webinar importante, decisivo. La politica è stata costretta a confrontarsi con la società civile a fronte di un problema improcrastinabile. Il valore della scuola paritaria come bene pubblico primario e inalienabile, che non può continuare a essere discriminato. La ragione della decisività dell’evento di ieri è una: l’avere unito, in questo momento storico di grande stress test per il Paese, e dunque per il suo elemento fondativo e bene supremo, la famiglia, ragioni ideali a ragioni contingenti.
Lo sappiamo tutti, e “iFamNews” lo ha scritto più volte (e continuerà a farlo). La scuola paritaria è un bene inderogabile per il Paese intero: non può scomparire, ma soprattutto adesso deve riuscire a sopravvivere agli eventi. La libertà di educazione e la possibilità di istituire scuole non statali sono sancite dalla Costituzione italiana, ma l’Italia ha sempre di fatto disatteso la propria legge fondamentale. Bisogna quindi battersi affinché in Italia tutti rispettino la Costituzione e la libertà di educazione smetta di essere conculcata come è prassi fare nei Paesi dispotici e dai regimi liberticidi. Ma contemporaneamente si deve operare in fretta e bene affinché la scuola paritaria possa continuare a svolgere il proprio servizio pubblico, consentendole di riaprire i battenti a settembre. La scuola paritaria è infatti oggi a concretissimo rischio di estinzione, esito repentino di una storia vecchia di discriminazione che oggi giunge al capolinea per effetto della crisi prodotta dal coronavirus. Come dire che tutti i nodi vengono sempre al pettine, ma che finché uno non comincia a perdere i capelli si crogiola nell’illusione che tanto a lui non capiterà mai. Il webinar di ieri è stata una mobilitazione grande e grandiosa di piazza virtuale, a cui seguiranno altri appuntamenti di mobilitazione delle coscienze lungo una road map di libertà che non si arrenderà finché avrà respiro. Ieri si sono sentite molte e nobili prese di posizione, e pure impegni e dichiarazioni formali da parte di esponenti di ogni partito politico, di maggioranza, di opposizione, di forze afferenti a culture della libertà e pure di altre rispondenti a concezioni più “litigiose” verso il concetto di libertà e di famiglia. Si sono sentiti anche alcuni farfugliamenti, ma sarebbe stato strano il contrario. La voglia di intervenire subito espressa a parole ieri dal mondo politico ora deve passare ai fatti. Ed è un ultimatum, perché altrimenti domani non potrà più accadere ancora quello che, appunto ieri, Piero Fassino, esponente del Partito Democratico la cui storia politica è transitata anche per il comunismo, ha ricordato quando ha ringraziato la scuola paritaria italiana, e per giunta in quel suo caso confessionale, di avergli insegnato il senso critico dell’uso di ragione.