Parità scolastica subito, i parlamentari ci mettono la faccia

Paola Binetti, Stefano Fassina e Rossano Sasso permetteranno agli italiani di capire chi si impegna sul serio e chi invece mena il can per l’aia

Scuola

Image by Miloslav Ofukany from Pixabay

Perché ci si dà tanto da fare ancora per le famiglie, per i bambini e per la libertà con cui è necessario e giusto dare loro una educazione?

Perché senza libertà di scelta educativa da parte della famiglia c’è solo la negazione del diritto dei genitori a essere i primi educatori dei figli, soprattutto nella scelta della scuola che più coincide con i princìpi in cui essi si riconoscono.

Oggi, però, in Italia, chi non ha disponibilità economiche importanti è costretto a scelte di ripiego, scuole dove magari ai ragazzi viene proposta l’ideologia gender, viene ammannita una sessualizzazione precoce e vengono propagandate leggi inique.

Noi dell’associazione «Non si tocca la famiglia» raccogliamo centinaia di segnalazioni di abusi didattici, denunce sporte da genitori che lamentano il fallimento del patto di corresponsabilità tra scuola e famiglia.

E proprio di questo vogliamo parlare agli italiani con il webinar in programma domani, venerdì 22 aprile, alle 18.30. Non solo. Ne vogliamo parlare proprio con chi è impegnato in parlamento a decidere delle sorti politiche degli italiani, ovvero esponenti parlamentari che già si erano occupati, durante il lockdown, di sostenere le famiglie più povere nell’esercizio del loro sacrosanto diritto a scegliere la scuola più idonea ai propri figli.

Il nostro obiettivo è infatti la parità scolastica vera e piena, che invece ancora oggi in Italia manca gravemente. Perché un operaio ha lo stesso diritto di iscrivere il proprio figlio nella scuola in cui un avvocato iscrive il proprio. Le discriminazioni debbono cessare.

Esistono, in Italia, due decreti che prevedono sostegni alle famiglie già più svantaggiate ora e che, a causa dei rincari annunciati e dei disagi anche economici provocati della guerra di aggressione della Russia all’Ucraina, vedranno lievitare ulteriormente anche le rette scolastiche minime che hanno finora pagato per la frequenza di una scuola pubblica paritaria, spingendo purtroppo molti a ritirare i propri figli da quei banchi.

Sono il Decreto 21 del 2022, art. 36, e il Decreto 17 del 2022, art 27. Noi chiediamo che in questi due decreti sia subito previsto un sostegno per le famiglie meno abbienti, affinché possano ancora esercitare il proprio diritto inalienabile alla libertà di scelta educativa e quindi consentire ai propri figli di frequentare le scuole scelte, scuole che, non dimentichiamolo mai, le famiglie pagano due volte: una volta con le tasse e un’altra con le rette.

È una nuova “maratona per la famiglia” che ha l’obiettivo di raggiungere la piena attuazione della Legge 62 del 2000, che giace sepolta e che già prevede la parità scolastica, la stessa che funziona bene in tanti altri Paesi europei. Le scuole pubbliche paritarie sono parte integrante del sistema pubblico nazionale di istruzione italiano, ma in Italia sono ancora e sempre emarginate per motivi ideologici e quindi tenute alla larga.

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