Pandemia cinese di fentanil

Sta arrivando anche da noi ed è l’ennesimo guano fatto di spesa bassa e alto guadagno con cui i giovani si sballano

Fentanil

Last updated on Ottobre 13th, 2022 at 02:39 am

Quasi sicuramente, grazie alle norme italiane sulla prescrizione dei farmaci, sarà difficile un’epidemia come quella verificatisi negli Stati Uniti d’America, dove, dal 2015 al 2021, si ebbe una rapida impennata di decessi.

In Italia la prescrizione medica segue infatti regole molto rigide. E però la rete sta ovviando a questo problema. Da Rende, Comune in provincia di Cosenza, arriva la notizia del sequestro di compresse di fentanil a un gruppo di ragazzi tutti di giovane età. Una notizia quasi normale, come normali sono i sequestri di cannabis, hashish e cocaina. Quello che invece non è normale e quindi allarma è la presenza di fentanil tra i ragazzi, una sostanza ottanta volte più potente della morfina.

Il primo spacciatore è stato arrestato pochi anni fa, ma quello che preoccupa è lo spaccio online di difficile controllo e in grande espansione. Se le forze dell’ordine trovano del fentanil in mano a ragazzini di Rende, sicuramente il resto dell’Italia non è immune. E anche qui, in quest’altra pandemia drammatica, c’è di mezzo la Cina e il suo mercato di morte.

«Anche se nel maggio 2019 ha posto l’intera classe di farmaci di tipo fentanil e due precursori chiave di esso sotto regolamentazione controllata, la Cina rimane la principale (sebbene indiretta) fonte del fentanil statunitense. La programmazione del fentanil e l’adozione da parte della Cina di un monitoraggio più rigoroso della posta ha creato alcuni effetti deterrenti. Invece di spedire il fentanil arrivato direttamente negli Stati Uniti, la maggior parte dei contrabbandieri agiscono attraverso il Messico. I gruppi criminali messicani si riforniscono di precursori di fentanil e di sempre più pre-precursori dalla Cina, e poi dal Messico il traffico di fentanil viaggia verso gli Stati Uniti. La programmazione del fentanil e dei suoi precursori cinesi non è sufficiente per arginare i flussi verso gli Stati Uniti».

A scriverlo è Vanda Felbab-Brown della Brooking Institution, curatrice di una pubblicazione su Cina e controllo delle droghe sintetiche. Ormai sono i precursori a farla da padrone e i cartelli della droga hanno trovato una semplice alternativa alle laboriose colture di papavero o di cannabis. Basta un semplice laboratorio e dai precursori si arriva con facilità alle compresse, unendo spesa bassa e alto guadagno.

È questo che allarma. Droghe sempre più potenti dalla Cina fino a Rende, e sono i nostri ragazzi a farne le spese. Purtroppo tutto conferma come il mercato della droga viaggi a una velocità impressionante così che quello che importa veramente non è legalizzare o non legalizzare, bensì intercettare quel disagio giovanile che fa cercare lo sballo, l’oblio temporaneo dalla realtà annegando tutto nell’alcool o nella droga per poi risvegliarsi e fare i conti con se stessi.

Il punto però è che a volte non ci si risveglia.

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