Pagare per morire

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Pagare 11mila dollari (poco più di 10mila euro) per morire. È successo a due donne statunitensi desiderose di farla finita. Lila Ammouri, un medico di 54 anni, e Susan Frazier, un’infermiera di 49 anni, il 3 febbraio hanno viaggiato da Phoenix a Basilea, in Svizzera, e sono morte l’11 febbraio. Perché si sono rivolte proprio a Basilea? Perché è lì che si trova la Pegasos Swiss Association, che, a differenza di Dignitas ed Exit International, le due maggiori organizzazioni di suicidio assistito del Paese, accetta domande di morte volontaria assistita anche da persone che non sono malate terminali.

La morte come un film

La vicenda di questa due donne è stata raccontata dal Daily Mail, un cui corrispondente ha visitato questa clinica svizzera. Ha riportato anche la storia di Laura Henkel, una donna australiana che ha permesso alla figlia regista di filmare i suoi ultimi momenti su un letto della Pegasos, nel dicembre 2019. La donna australiana ha optato per la morte tramite iniezione endovenosa, come si può vedere nel documentario. Henkel aveva appena compiuto 90 anni, non soffriva di alcuna malattia terminale e diceva di essere mentalmente e fisicamente in buona salute per la sua età. Agghiacciante.

Morte fai-da-te

Il corrispondente del tabloid britannico scrive che nella Pegasos la morte è fai-da-te. «Quando arriva il momento, i pazienti vengono istruiti su come uccidersi», racconta. «Possono selezionare una bevanda letale o la morte attraverso una flebo endovenosa. Un medico collega il paziente alla flebo, per assicurarsi che l’ago sia inserito correttamente, ma il paziente deve premere una tacca per far fluire il suo contenuto mortale nel suo corpo». Pegasos accetta le richieste di tutti gli adulti «sani di mente», indipendentemente dal loro paese di origine o residenza, afferma l’azienda sul proprio sito web.

I «servizi» Pegasos

Per utilizzare i «servizi» Pegasos, occorre essere membri dell’organizzazione e pagare una quota annuale di circa 110 dollari. Cathy Henkel, la figlia della 90enne australiana morta in questa clinica, che ha realizzato il documentario, ha detto a The West Australian di aver già visto sua madre tentare il suicidio quando lei aveva solo 14 anni e che la sua morte nella struttura di Pegasos le ha permesso di porre fine alla sua vita senza traumi.

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