La pandemia di CoviD-19 sta forse declinando, si lascia alle spalle oltre 5,8 milioni di morti, ma, a lungo andare, iniziano a emergere conseguenze rimaste finora sottotraccia. Una di queste sono i bambini che, per colpa del virus, hanno perso i genitori, i nonni o altri parenti.
Già nel luglio 2021 il periodico medico britannico The Lancet riportava che, a rimanere orfani, tra il marzo 2020 e l’aprile 2021, sono stati più di 1,5 milioni di minori. Soltanto negli Stati Uniti d’America, riferisce il periodico Pediatrics, a perdere uno dei propri cari per il CoViD tra l’aprile 2020 e il giugno 2021 sono stati 140mila bambini e ragazzi.
Per un minore la perdita di un genitore o di un parente stretto può significare anche «disturbi mentali», afferma la psicologa Silvia Villares. «È essenziale comprendere come i nostri genitori svolgano un ruolo fondamentale nel nostro sviluppo, non solo come generatori del legame e dell’affetto emotivo di cui tutti gli esseri umani hanno bisogno, ma anche come modelli e trasmettitori di valori. Quando questo si interrompe a causa di una perdita, l’impatto è inevitabile», spiega la dottoressa Villares.
Il caso latino-americano
Gli effetti più devastanti derivano dalla perdita delle madri da parte di minori dai dieci anni in poi, non solo per l’evento in sé ma anche per le conseguenze a cascata: lo stato d’animo del genitore sopravvissuto, le ricadute eventuali sulla condizione economica della famiglia, gli eventuali trasferimenti in un’altra casa o scuola.
Senza contare, tra le ricadute psicologiche, il senso di insicurezza, il senso di colpa, la perdita della concentrazione, quindi, il calo nel rendimento scolastico, come rileva, in particolare, uno studio della onlus «Alianza Solidaria» sugli effetti pandemici in America Latina.
È proprio nel sub-continente latinoamericano che la pandemia ha lasciato più orfani sul campo. The Lancet cita il Perù come il Paese che detiene il triste record di 10,2 bambini su mille rimasti orfani. Seguono Sud Africa (5,1 su mille), Messico (3,5), Brasile (2,4), Colombia (2,3) e Argentina (1,1).
Sempre in America Latina, una delle conseguenze più rovinose della pandemia sull’infanzia è l’abbandono scolastico. In molti casi, il minore è costretto a lasciare la scuola per iniziare a lavorare e aiutare il genitore sopravvissuto a sbarcare il lunario.
Che adulti saranno?
Le prospettive sono molto fosche. «Sarà una società dalla povertà cronica», afferma la presidente di «Alianza Solidaria», Francisca Capa. «Dobbiamo tenere presente che tutte le conquiste in materia di sviluppo e lotta alla povertà conseguite negli ultimi vent’anni sono andate perdute in un solo anno di pandemia».
«Ogni caso è diverso e non possiamo generalizzare, ma stiamo parlando di una generazione che potrebbe avere livelli più elevati di vulnerabilità psicologica nell’età adulta», sottolinea da parte sua Villares.
Tutte criticità che confermano l’importanza della famiglia come «scudo protettivo nella vita delle persone» e anche come «spazio di sviluppo in cui le persone possono acquisire sentimenti di sicurezza e amore. Questo è fondamentale per lo sviluppo della nostra personalità da adulti e per avere emozioni molto più sane», conclude Villares.