Last updated on aprile 18th, 2020 at 11:02 am
Nella diretta di giovedì 2 aprile con il Forum delle Associazioni familiari il ministro per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, ha esposto a Gigi de Palo, presidente del Forum, la proposta di aiuto rivolto alle famiglie italiane, provate dal coronavirus: l’introduzione anticipata di quella misura, già promessa per il 2021, denominata «assegno universale» per ogni figlio. Una cifra mensile, cioè, che sarebbe – nella proposta contenuta nel decreto di aprile al vaglio del governo – di 80 euro per le famiglie con ISEE superiore a 40mila, 120 euro per le famiglie con ISEE tra i 40mila e i 7mila, e di 160 euro per le famiglie con ISEE inferiore. L’assegno sarebbe però limitato ai figli di età inferiore ai 14 anni.
La motivazione della restrizione, pare di capire, starebbe in una convinzione del ministro: il denaro andrebbe utilizzato per modificare lo stile di vita delle famiglie italiane. Siccome i nonni non potranno più occuparsi dei bambini, le famiglie dovranno pagare chi si occupi di loro in assenza di madri e padri impegnati al lavoro.
Ancora una volta, però, il ministro applica il proprio giudizio – ristretto – alla realtà, affermando che i figli sopra i 14 non hanno bisogno di sorveglianza e che perciò non dovrebbero essere oggetto di alcun sostegno economico. Non è una novità che la Bonetti abbia una ben precisa visione della vita e della famiglia – cosa più che legittima –, ma che pretenda anche di imporre questa visione con una politica volta esplicitamente a produrre un “cambio di paradigma”. Non già “aiuti” alle famiglie, quindi, ma precise indicazioni sugli stili di vita da adottare e sull’utilizzo da fare del denaro che lo Stato “elargirebbe” (verrebbe da dire “restituirebbe”, piuttosto) ai nuclei familiari in difficoltà.
Le famiglie, però, non ci stanno, come dimostra la pronta reazione di Mario Sberna, presidente dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose (ANFN) ed ex parlamentare, che definisce «semplicemente assurdo» il provvedimento proposto. Scrivendo al presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, nonché al ministro di Economia e finanza, Roberto Gualtieri, al ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo, e appunto al ministro della Famiglia, Bonetti, Sberna, da poco rientrato a casa dopo aver sconfitto il coronavirus, afferma: «vi chiediamo con forza e con urgenza di intervenire in fase di elaborazione del decreto-legge, introducendo un correttivo che preveda l’estensione dell’assegno a tutti i figli a carico, almeno per le famiglie con 3 e più figli. Queste famiglie sono peraltro talmente poche, che il costo sarebbe limitato: basterebbe utilizzare parte delle risorse rappresentate dai 3,5 mld di contributi degli assegni famigliari, che l’INPS destina ad altri capitoli di spesa. Chiediamo semplicemente equità, il rispetto dell’art. 31 della Costituzione, e, soprattutto, giustizia. Non desideriamo uno Stato che preveda figli di serie A e figli di serie B. Perché ogni figlio vale».
L’appello è supportato da uno studio elaborato dall’osservatorio politico di ANFN, che dimostra come un figlio in età adolescenziale abbia esigenze maggiori e come la famiglia si assuma un carico più grande, e dai dati dell’ISTAT sulla povertà in Italia, secondo i quali 17 famiglie numerose su 100 vivono al di sotto della soglia di povertà assoluta.
Oltre all’appello personale del suo presidente, l’ANFN lancia dunque una vera e propria campagna di pressing mediatico, tramite l’hashtag #ognifigliovale utile a raccogliere testimonianze delle molte famiglie numerose presenti sul territorio nazionale.
Dopo il «contenitore semivuoto» della Carta Famiglia 2020 (che conta ora “ben” 150 negozi convenzionati – di cui 21 online… – che continuano a proporre per lo più sconti del 5%) un’altra promessa a metà da parte del ministro Bonetti, che continua anche sullo spazio di dialogo da lei pensato per i bambini a dare vaghe risposte rilanciate in un indeterminato futuro a domande precise, concrete e circostanziate. Senza dubbio i bambini di oggi non si dimenticheranno, domani, di chi ha espresso a parole grande solidarietà e vicinanza, senza però fare davvero nulla per loro.
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