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No, quel primo “matrimonio” LGBT del mondo arabo non c’è stato

Per qualche giorno è sembrato un “giallo”, poi il governo tunisino ha sconfessato tutto

Marco Respinti di Marco Respinti
03/05/2020
in Politica
128
Reading Time: 2 mins read
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Last updated on Maggio 7th, 2020 at 04:03 pm

Nella settimana che si chiude oggi una notizia clamorosa ha fatto (più o meno) il giro del mondo e anche “iFamNews” l’ha pubblicata: in  Tunisia sarebbe stato celebrato il primo “matrimonio” tra due uomini, un fatto di portata storica giacché sarebbe stata la prima volta di tutto il mondo arabo. Ma l’uso del condizionale ha già suggerito al lettore che le cose non stanno esattamente così.

Anzitutto, quella notizia non ha fatto proprio il giro del mondo. A darla è stata l’associazione LGBT+ tunisina Shams Pour la dépénalisation de l’homosexualité en Tunisie via Facebook e come tale l’ha ripresa The Jerusalem Post, per la verità in modo piuttosto avido di dettagli, contrariamente a quanto avviene (solitamente per parte LGBT) in casi analoghi. A stretto giro è però intervenuto il governo di Tunisi per bocca del ministro delle Collettività locali, Lotfi Zitoun, negando tutto: per la Tunisia quel matrimonio non ha mai avuto luogo e quindi non è stato registrato ufficialmente. Anzi, The Jerusalem Post, registrando questa smentita, precisa che «il presidente tunisino Kais Saied è favorevole alla criminalizzazione dell’omosessualità», «ha definito devianti i gay, è favorevole alla Shari’a e sostiene pure la pena di morte». Niente cosiddetta «democrazia islamica», insomma.

Ora, ha ragione Shams o ha ragione Tunisi? Entrambi, tanto quanto entrambi hanno torto.

Il “matrimonio”, infatti, come anche “iFamNews” ha spiegato, non è stato contratto in Tunisia, bensì in Francia da un cittadino tunisino e da un cittadino francese. Dando per scontato (troppo ingenuamente? Furbescamente in senso propagandistico?…) l’automatismo del riconoscimento di quell’unione nell’ordinamento giuridico del Paese nordafricano, Shams ha dato enfaticamente la notizia. A ragione, se fosse stato così. Ma invece l’automatismo non solo non c’è stato, ma ha pure dato l’occasione al governo tunisino di ribadire chiaramente la propria opposizione. Come dice  l’attivista LGBT+ Peter Tatchell a The Jurusalem Post, «è sembrato che il matrimonio omosessuale contratto in Francia fosse stato riconosciuto per default dalle autorità tunisine, magari a causa di una svista amministrativa». E così infatti pare essere stato: un mero errore, salutato dalla comunità LGBT+ come un trionfo. Del resto pare che non sia stata nemmeno la prima volta. Troppa ingenuità da parte di Shams? Un bel po’ di furbizia propagandistica? Sia come sia, nel mondo arabo-musulmano non è mai stato celebrato alcun “matrimonio” LGBT e nemmeno riconosciuto.

Tags: Lofti ZitounMatrimonioShams Pour la dépénalisation de l’homosexualité en TunisieThe Jerusalem PostTunisia
Marco Respinti

Marco Respinti

Marco Respinti è stato il direttore di International Family News fino alla fine del 2022.Italiano, è giornalista professionista, membro dell’International Federation of Journalists (IFJ), saggista, traduttore e conferenziere. Ha collaborato e collabora con diversi quotidiani e periodici, sia in versione cartacea sia online, in Italia e all’estero. Autore di libri, ha tradotto e/o curato opere di, fra gli altri, Edmund Burke, Charles Dickens, T.S. Eliot, Russell Kirk, J.R.R. Tolkien, Régine Pernoud e Gustave Thibon. Senior Fellow al Russell Kirk Center for Cultural Renewal (Mecosta, Michigan), è anche socio fondatore e membro del Consiglio Direttivo del Center for European Renewal (L’Aia, Paesi Bassi). Membro del Comitato editoriale del periodico The European Conservative e del Consiglio Consultivo della European Federation for Freedom of Belief, è direttore responsabile del periodico accademico The Journal of CESNUR e, sul web, di Bitter Winter: A Magazine on Religious Liberty and Human Rights.

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