La censura globale contro le opinioni pro-vita e pro-famiglia richiede standard digitali, cioè algoritmi automatizzati e la cosiddetta intelligenza artificiale, per garantire che nessuno si discosti dall’ortodossia abortista ed LGBTI e che chiunque lo faccia – venga rapidamente messo a tacere e accusato di crimini d’odio. E questo è molto rilevante perché nel mondo di oggi, almeno in Occidente, se si censura su internet si censura ovunque, perché tutto è in rete, dalle omelie domenicali di un prete di paese ai milioni di video che circolano su piattaforme e social network. Ebbene, l’Amministrazione Biden vuole ora stabilire questi standard di censura globale a cui Google, Facebook e Microsoft, tra le altre aziende tecnologiche, stanno già lavorando e che saranno proposti per l’adozione, in un accordo delle Nazioni Unite chiamato “Global Digital Compact”, che potrebbe essere approvato dall’Assemblea generale dell’Onu nel settembre 2024.
La scorsa settimana gli Stati membri dell’ONU si sono incontrati con i giganti del settore tecnologico e con i funzionari delle Nazioni Unite per discutere di un nuovo accordo tecnologico globale per regolamentare l’intelligenza artificiale, la privacy, nonché la moderazione e la censura dei contenuti online. “Vediamo lo spazio digitale usato – e usato male – per attaccare individui e gruppi e per diffondere discorsi d’odio e disinformazione dannosa, senza conseguenze o responsabilità, minando i fondamenti della nostra società e il contratto sociale”, ha dichiarato Volker Türk, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, durante la discussione sulle implicazioni per i diritti umani del Global Digital Compact. “Disinformazione e discorsi d’odio” non sono definiti a livello internazionale. I termini sono facilmente politicizzati dai governi per mettere a tacere gli oppositori. I Paesi occidentali, ad esempio, etichettano come discorso d’odio qualsiasi critica all’agenda omosessuale/trans. Allo stesso modo, i Paesi islamici etichettano i sentimenti anti-islamici come discorsi d’odio. Alla preoccupazione dell’Alto Commissario per la disinformazione e i discorsi d’odio hanno fatto eco i Paesi occidentali e i giganti tecnologici rappresentati nella discussione, tra cui Google, Microsoft e Meta.
In altre parole, dal settembre 2024 la censura contro tutti coloro che mettono in discussione l’ideologia di genere sarà sponsorizzata dalle Nazioni Unite e sarà globale. Criticare l’aborto, parlare della famiglia come unione di un uomo e una donna, o semplicemente affermare che esistono solo sesso maschile e femminile, può essere perseguito a livello globale e i governi che si oppongono a questi dettami possono essere perseguiti e sanzionati per volere delle Nazioni Unite. Ad esempio, attualmente, Ungheria e Polonia. Gli sforzi di censura globale devono esser visti come parte degli sforzi di censura già in corso da parte dei governi, esposti dai Twitter Files e soprannominati “Complesso industriale della censura“.