In Louisiana l’aborto farmacologico è più difficile

Un disegno di legge cerca di vietare l'invio della «kill pill» per posta

Pillole abortive

Image from Diverse Stock Photos (Flickr)

Il Sud degli Stati Uniti d’America si conferma un laboratorio virtuoso di politiche a favore della vita nascente. Entro la fine dell’anno, in Louisiana, si profila l’approvazione di norme che restringono il riscorso all’aborto farmacologico.

Il disegno di legge 338, promosso dalla senatrice Repubblicana Sharon Hewitt, intende vietare al personale medico la prescrizione delle pillole abortive online o per via telefonica, nonché il loro invio per posta. Nella stessa bozza sono inclusi ulteriori inasprimenti nei confronti del reato di aborto procurato.

Il primo semaforo verde al disegno di legge 388 è arrivato dalla Commissione Giudiziaria C del Senato della Louisiana, con tre voti favorevoli e uno contrario.

La particolarità della Louisiana è nell’inclinazione pro-life della maggior parte dei suoi parlamentari, compresi molti Democratici. Anche il governatore John Bel Edwards, pur essendo Democratico, è contrario all’aborto, pertanto tutto lascia pensare a una strada decisamente in discesa per la nuova norma.

Madri più tutelate

Secondo quanto stabilito del disegno di legge della senatrice Hewitt, la pillola abortiva potrà essere prescritta dal medico esclusivamente in presenza della gestante. Si tratterebbe di una norma in contrasto con le disposizioni della Food and Drug Administration, l’agenzia del farmaco statunitense, che a dicembre ha permesso la distribuzione postale delle pillole abortive.

La seconda parte del disegno di legge Hewitt, prevede l’inasprimento delle pene (multe da 5000 a 100mila dollari e reclusione da 5 a 50 anni) a carico di coloro che provocano lesioni gravi o la morte ai danni di una donna incinta.

«L’effetto di questo disegno di legge è quello di consentire esplicitamente il perseguimento penale di una persona incinta», ha affermato Ellie Schilling, avvocato di New Orleans che fornisce consulenza alle cliniche per aborti in Louisiana. La senatrice Hewitt ha prontamente replicato, affermando che «non è nostra intenzione punire in alcun modo una donna incinta».

La pillola è il vero campo di battaglia

Secondo il filoabortista Guttmacher Institute, più della metà degli aborti praticati l’anno scorso negli Stati Uniti è avvenuta per via farmacologica. Motivo che ha spinto almeno sedici Stati a effettuare restrizioni all’uso delle pillole abortive. Un divieto di spedizione analogo a quello in discussione in Louisiana è stato già approvato in Arizona, Arkansas e Texas.

L’anno scorso, il Congresso della Louisiana ha votato una norma che vincola i medici a scoraggiare in qualche modo l’aborto farmacologico: essi sono quindi tenuti a ricordare alle madri in attesa che, qualora assumessero soltanto la prima delle due pillole abortive (mifepristone) ma non la seconda (progesterone), la gravidanza – pur essendo a rischio – può ancora essere portata a termine.

Un principio che ha diffuso negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in altri Paesi del mondo, la tecnica dell’«Abortion Pill Reversal», praticata tra gli altri dal ginecologo britannico Dermot Kearney, che ha salvato migliaia di bambini dall’aborto farmacologico.

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