A Bruxelles si è acceso un faro sulla persecuzione religiosa nel mondo. È avvenuta infatti ieri la presentazione del Rapporto periodico pubblicato dall’Intergruppo sulla libertà religiosa del Parlamento europeo. Il testo delinea lo stato dell’arte della libertà religiosa nel mondo e raccoglie le azioni promosse dalle Istituzioni europee in materia di tutela della libertà di professare un credo. Le più importanti Onlus, associazioni e Ong del settore, coinvolgendo i rappresentanti delle diverse fedi, hanno contribuito alla stesura.
360 milioni di cristiani sotto attacco
Il rapporto esordisce ribadendo un concetto ormai tristemente acclarato dai dati raccolti da associazioni come Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) o Open Doors: «In molti luoghi del mondo, la situazione per quanto riguarda la libertà di religione o di credo è peggiorata negli ultimi anni». Durante il suo intervento, il co-presidente dell’Intergruppo, Carlo Fidanza (Fratelli d’Italia-ECR), ha ricordato che tra i perseguitati per la propria fede, oltre 360 milioni di cristiani sperimentano un livello alto di persecuzione e discriminazione a causa della loro fede.
Trattati bilaterali
Fidanza ha affermato che «oggi gli occhi del mondo sono giustamente puntati sul martirio di Mariupol», tuttavia non si tratta dell’unica situazione tragica al mondo. «Con questo Rapporto», ha proseguito l’esponente di FdI, «vogliamo accendere i riflettori su un altro martirio che si consuma quotidianamente nell’indifferenza generale e che riguarda milioni di fedeli, soprattutto cristiani, perseguitati in tutto il mondo per il loro credo». Fidanza ha dunque ribadito la necessità di inserire il tema del rispetto delle minoranze religiose «in tutti i negoziati bilaterali con i Paesi in cui questa non è garantita».
Africa
Il Rapporto individua 10 Paesi nei quali, secondo le Ong che hanno partecipato al lavoro, la libertà religiosa va sempre più restringendosi. Nell’elenco mancano Paesi come la Corea del Nord, dove la libertà religiosa è ormai già una chimera. Dei 10 elencati, 6 sono asiatici, uno è un ponte tra Asia ed Europa (la Turchia) e 3 sono africani. Partendo dal “Continente Nero”, spicca la Nigeria dove operano gruppi jihadisti come Boko Haram e Iswap soprattutto contro i cristiani e dove il presidente Muhammadu Buhari – denuncia il Rapporto – favorisce un’islamizzazione del Paese. Situazione delicata anche in Eritrea, soprattutto nel Tigray, con il Governo che restringe le libertà. Il Rapporto denuncia restrizioni delle libertà nei confronti dei cristiani, talvolta con il pretesto delle restrizioni anti-CoVID-19, anche in Algeria.
L’Asia
Quanto all’Asia, nel Rapporto viene menzionato il processo di sinicizzazione forzata a scapito di Uiguri, Falun gong, cristiani e buddisti tibetani in Cina. Cattolici e Falun gong sono nel mirino in Vietnam. Altra minoranza perseguitata, ma in Myanmar, è quella dei Rohingya. Si denunciano poi le leggi anti-blasfemia usate come uno strumento per regolare affari privati in Pakistan. Il Rapporto parla infine della Turchia, dove il Governo di Erdogan promuove politiche di islamizzazione sunnita a scapito anche e soprattutto degli atei, dei cristiani e degli ebrei.