Legalizzare la cannabis aumenta la dipendenza

Lo rivela uno studio britannico. Torna di attualità la “droga libera”

Silhouette di persona che fuma

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Last updated on Ottobre 2nd, 2020 at 02:07 am

Il dibattito sulla legalizzazione della cannabis si infittisce in Gran Bretagna dopo che la Federazione delle polizie di Inghilterra e Galles ha approvato la proposta della cosiddetta «Cancard». Si tratta di una tessera il cui possesso proteggerebbe alcune categorie di malati dalle sanzioni previste dalla legge laddove dovessero venire trovati in possesso di dosi di cannabis. In Gran Bretagna l’uso della pianta per ragioni mediche è legale dal 2018, ma le difficoltà ad accedere alla prescrizione del farmaco spingono molti pazienti a rivolgersi al mercato illegale.

La posizione della Polizia

Già due anni fa la Federazione delle polizie di Inghilterra e Galles intervenne nel dibattito asserendo fosse necessario «un dibattito pubblico sulla futura legislazione sulla droga». L’ufficiale di polizia Simon Kempton dichiarò: «Sia chiaro: non stiamo sostenendo la legalizzazione o la decriminalizzazione delle droghe, stiamo semplicemente dicendo che, 100 anni dopo l’introduzione del divieto nel Regno Unito, è tempo di riflettere se questo sia il modo più efficace per limitare l’uso di droghe illecite e i problemi sociali che ne derivano».

Boom di dipendenti

Ora, alla luce della recente presa di posizione della Federazione delle polizie, il dibattito è tornato ad accendersi. Il periodico The Week ha per esempio dato spazio a un rapporto del think tank Center for Social Justice (CSJ) secondo cui la legalizzazione potrebbe spingere un milione di persone in più in tutto il Paese a fare uso di stupefacenti. Il rapporto si basa anche su un sondaggio condotto da YouGov, dal quale emergerebbe che quasi un quarto dei giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni che non hanno mai consumato cannabis «sicuramente o probabilmente la proverebbe» se la legge cambiasse. Si avrebbe così più di un milione di nuovi consumatori. Il think tank ricorre a delle stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e del Sistema Sanitario Nazionale britannico (NHS): almeno il 10% di questi nuovi consumatori diventerebbe dipendente, ossia circa 100mila persone.

Non solo, il rapporto evidenzia come più di un terzo dei giovani tra i 18 e i 24 anni che già consuma cannabis abbia ammesso che la fumerebbe più frequentemente qualora fosse legalizzata.

Andy Cook, amministratore delegato del CSJ, dichiara: «I sostenitori della legalizzazione o della depenalizzazione della cannabis dovrebbero riflettere sulle implicazioni delle loro opinioni». Secondo Cook, la droga libera «aprirebbe le porte a centinaia di migliaia di nuovi consumatori, molti dei quali giovani e vulnerabili, e quindi più inclini a ricevere danni fisici e mentali».

Voto negli Stati Uniti

Sulla stessa lunghezza d’onda è Kevin Sabet, ex consigliere per la politica di controllo delle droghe dell’Ufficio della Casa Bianca, che, anni fa, ha dichiarato al quotidiano britannico The Guardian: «La regolamentazione è stata un disastro per droghe come alcol e tabacco. Queste droghe ora sono vendute da industrie che prosperano grazie alla dipendenza».

A proposito di Stati Uniti, in novembre non ci saranno soltanto le elezioni presidenziali, ma in cinque Stati gli elettori dovranno esprimersi anche sulla legalizzazione della cannabis medica o ricreativa e, nel caso del South Dakota, per entrambi. Gli altri quattro Stati sono Arizona, New Jersey, Montana e Mississipi.

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