In un articolo su Voice of the Family, John Smeaton ha elencato le tre principali strategie utilizzate dalla lobby abortista nella sfera pubblica per raggiungere i propri obiettivi.
Primo, la manipolazione del linguaggio: i pro-aborto spesso manipolano il linguaggio per rendere la loro posizione più appetibile. Ad esempio, si riferiscono all’aborto come “assistenza sanitaria riproduttiva” o “assistenza sanitaria per le donne” ed etichettano i sostenitori dell’aborto come “anti-choice” o “anti-donne”. In questo modo, sperano di influenzare l’opinione pubblica a loro favore.
In secondo luogo, il controllo sui media: i pro-aborto spesso controllano i media utilizzando giornalisti e organi di informazione simpatici per diffondere il loro messaggio. Lo fanno fornendo argomentazioni, comunicati stampa e altro materiale ai media e minacciando pubblicità negativa se i media non sostengono la loro posizione.
Terzo, promuovere il femminismo radicale: la lobby dell’aborto spesso promuove il femminismo radicale per promuovere la sua causa. Sostengono che le donne dovrebbero avere piena autonomia sul proprio corpo e che qualsiasi restrizione all’aborto è una violazione dei diritti delle donne. In questo modo, sperano di trasformare il dibattito sull’aborto in una battaglia tra uomini e donne piuttosto che in una questione di moralità dell’aborto.
Nel complesso, la lobby dell’aborto utilizza queste tattiche per promuovere la propria causa e spostare l’opinione pubblica a proprio favore. Indipendentemente dalla posizione che si ha rispetto alle diverse posizioni, è importante essere consapevoli di queste tattiche e considerare le argomentazioni di entrambi i lati del dibattito sull’aborto.
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