Last updated on Febbraio 16th, 2021 at 05:16 am
Il legame di una pianta usata dagli Aztechi come antipiretico con il Natale risale a una bella leggenda del secolo XVI. Nel Messico dei conquistadores una ragazza chiamata Pepita, o María, era così povera da non poter regalare nulla al Bambino Gesù il giorno del suo compleanno. Un angelo le suggerì allora di raccogliere delle erbe ai bordi di una strada per poi deporli di fronte all’altare della chiesa di San Pancho, il villaggio dove abitava. Da quelle erbe senza valore raccolte dai campi sbocciò allora il fiore rosso che da allora è noto come «stella di Natale». Furono poi i Francescani del Messico che, dal secolo successivo, iniziarono a utilizzare anche questi fiori come decorazioni per il Natale.
Il nome popolare datole fa del resto riferimento alla forma della foglia della pianta, associata alla Stella di Betlemme che guidò i pastori e i magi. In Messico e in Guatemala il fiore-stella è noto come «flor de Nochebuena», fiore della «Notte buona», ovvero la «Notte santa» del Natale (benché in Spagna sia chiamata «llor de Pascua», fiore della Pasqua).
Il rosso che caratterizza questo bel fiore ricorda il rosso del Natale, colore della regalità, benché liturgicamente, nel cattolicesimo, il colore sia il bianco. Però della «stella di Natale» esiste anche una bella variante bianca. Non stona quindi mai nelle chiese cristiane, in qualsiasi colore. Un fatto culturale, questo, che è bello ricordino anche quei non credenti che in questo periodo dell’anno regalano la «stella di Natale» magari anche un po’ per cercare di scansare riferimenti più esplicitamente religiosi.
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