Last updated on Gennaio 28th, 2021 at 01:07 pm
«Il futuro della fantascienza? Ci viviamo dentro». Il padre del genere letterario cyberpunk, William Ford Gibson, riassume così il senso dei propri romanzi visionari. La narrativa popolare che lo ha reso famoso altro non è che un’anticipazione della realtà, un’interpretazione di alcuni segni premonitori. Ecco allora che sembra di scorrere le pagine di un suo libro quando si legge, invece, da un lancio d’agenzia giornalistica, che il soldato «bionico» è pronto a palesarsi, in Francia e anche altrove.
Vincere le guerre del futuro
A Parigi prosegue il programma di ricerca dell’Armée del domani, informa l’Adnkronos. Trattamenti medici per migliorare le prestazioni in battaglia, protesi e impianti elettronici sottopelle sarebbero la «vera nuova arma per vincere le guerre del futuro». L’obiettivo è dotare i militari francesi di dispositivi e farmaci tesi a migliorare le loro «capacità fisiche, cognitive, percettive e psicologiche». Non solo. Attraverso la connessione con sistemi di tracciamento e di geolocalizzazione, metterli costantemente in contatto con le proprie basi militari.
Il placet del comitato etico
Il soldato «bionico» ha ottenuto l’avallo del comitato etico. Il quale, nel rapporto appena reso pubblico, autorizza anche lo sviluppo di trattamenti medici che prevengano il dolore, lo stress, la fatica, nonché l’assunzione di sostanze che migliorino la resistenza mentale di un soldato in caso venga catturato dal nemico. La Francia, afferma il comitato, riporta sempre l’Adnkronos, deve mantenere la «superiorità operativa delle sue forze armate in un contesto strategico impegnativo», rispettando allo stesso tempo le leggi che regolano le forze armate, il diritto umanitario e i «valori fondamentali della nostra società». Di qui alcuni paletti: no a modifiche che alterino la capacità del soldato di saper gestire l’uso della forza, il suo senso di «umanità», il libero arbitrio.
«Macchine mortali» entro il 2035
I progressi della tecnologia in ambito militare si registrano anche al di là della Manica. Il generale Nick Carter, alto ufficiale dell’esercito del Regno Unito, ha affermato che un giorno l’esercito britannico potrebbe riempire i propri ranghi di «soldati robot». Secondo Carter, nei prossimi 15 anni questi transumani in mimetica «cambieranno il volto» della guerra. Infatti un esperto di robotica, Charles Glar, prevede che entro il 2035 l’esercito degli Stati Uniti d’America creerà macchine «mortali ed altamente efficaci».
Il transumanesimo
Ritenere che un tale potenziamento attraverso la realtà aumentata resterà circoscritto al solo ambito militare è forse illusione. “iFamNews” si è già occupato dei passi da gigante che lo scientismo compie su diversi fronti: dalla pretesa prometeica di sconfiggere la malattia e l’orologio biologico alla distopia dell’utero artificiale che genera vita al di fuori dell’atto sessuale. E i distinguo dei comitati etici rassicurano fino a un certo punto: la storia ci insegna che gli argini di tipo etico sono spesso destinati a essere divelti. Soprattutto quando la brama di prevalere nello scacchiere geopolitico è spudorata.
L’avviso del ministro francese
È lo stesso ministro della Difesa francese, Florence Parly, a invitare a un bagno di realismo: «Non tutti hanno i nostri stessi scrupoli e dobbiamo prepararci per un simile futuro». Perciò ella avverte che le cose potrebbero cambiare «alla luce dei futuri sviluppi». Qual è il significato esatto di quest’ultima frase? Forse che anche chi oggi pone dei paletti di ordine etico al progresso scientifico, domani potrebbe abbatterli per poter competere con eserciti di Paesi eticamente meno scrupolosi?
Il futuro è adesso
Vale allora la pena riprendere un editoriale apparso sul Wall Street Journal di John Ratcliffe, direttore della National Intelligence Usa. Le sue attenzioni si rivolgono all’Estremo Oriente. «L’intelligence statunitense», afferma, «ha mostrato che la Cina ha persino condotto test su membri dell’Esercito nella speranza di sviluppare soldati con capacità biologicamente potenziate». Ratcliffe ha dunque aggiunto: «Non ci sono confini etici nella ricerca del potere da parte di Pechino». Parole che sono state respinte dal ministero degli Esteri cinese come un «miscuglio di bugie».
L’appello all’ONU
Ma intanto anche Oltreoceano le ricerche in questo campo procedono alacremente: l’esercito degli Stati Uniti, riferisce la CNN, sta investendo molto denaro nella ricerca di un impianto che consentirebbe al cervello umano di comunicare con i computer. Ma le preoccupazioni circa una deriva transumanista assillano anche chi è del campo. Risale a tre anni fa l’appello che 116 fondatori di aziende di robotica e intelligenza artificiale hanno rivolto all’Organizzazione delle Nazioni Unite per chiedere di frenare la corsa ai soldati robot. «Non abbiamo molto tempo per agire: una volta aperto il vaso di Pandora, sarà difficile richiuderlo», si concludeva la missiva. Come scriveva Gibson, viviamo già dentro il futuro della fantascienza. La sfida è evitare di finirci schiacciati.
Commenti su questo articolo