Una troupe chiamata “Drag Syndrome” nel Regno Unito ha scatenato l’indignazione globale per la presenza di persone con la sindrome di Down che si esibiscono in drag. La produzione è guidata dal gruppo coreografico di danza, Culture Device, ed è descritta come un “collettivo drag con regine e re con sindrome di Down altamente coinvolgenti”. Il gruppo è stato accusato di sfruttare le persone con sindrome di Down e di sessualizzare le loro performance.
Il direttore creativo di Drag Syndrome, Daniel Vais, sostiene che lo scopo della troupe è quello di permettere alle persone con sindrome di Down di esprimersi. Tuttavia, i conservatori sostengono che gli artisti, alcuni dei quali ballano con nomi sessuali, vengono sfruttati. La rappresentazione degli artisti e le loro descrizioni sul sito web della troupe hanno suscitato preoccupazioni. Per esempio, una performer è descritta come una “mangiatrice di uomini di giorno e una regista di notte”, mentre un’altra è descritta come “feroce, intelligente e potente” con mosse che possono far impazzire il pubblico.
Sebbene Drag Syndrome neghi qualsiasi sfruttamento, la natura sessualizzata delle performance e le descrizioni degli artisti sono inappropriate. Le critiche nei confronti di Drag Syndrome si sono intensificate quando il detrattori Oli London ha messo in evidenza diversi artisti sui social media, sottolineando l’uso di attrezzi fetish e fruste. Tuttavia, un portavoce di Drag Syndrome ha negato la presenza di tali elementi nelle loro performance, definendo la foto che Londra ha condiviso “massicciamente non rappresentativa e fuori contesto”.
La controversia sulla Sindrome di Drag solleva domande sui limiti dell’espressione artistica e sul trattamento di individui vulnerabili. Le persone con sindrome di Down devono essere trattate con dignità e rispetto e non devono essere sottoposte a situazioni di potenziale sfruttamento.
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