Last updated on Settembre 11th, 2021 at 03:12 am
Ieri il senatore Maurizio Gasparri, componente del comitato di presidenza di Forza Italia, ha presentato al ministro della Salute, Roberto Speranza, una interrogazione urgente a proposito di quelle aziende che commerciano in gameti ed embrioni umani onde arruolarli nell’abominevole pratica del cosiddetto «utero in affitto», cuore della triste e turpe «maternità surrogata» che qualcuno vorrebbe ripulire attraverso l’espressione moralisticamente più morbida «gravidanza solidale», pratica che comunque per l’ordinamento giuridico italiano è e resta un reato.
Le aziende di cui si occupa l’interrogazione urgente al ministro del senatore Gasparri avrebbero infatti programmato a Milano per il 15 e 16 maggio 2022 una sorta di salone in cui pubblicizzare la propria attività, quindi s’immagina anche i propri “prodotti” umani, le proprie tecniche e magari anche gli sconti per i combo e le offerte bundle. Proprio perché, evidenzia puntuale il senatore Gasparri interpretando alla perfezione il clima di questa nostra epoca oscura in cui le cose evidenti vanno ripetute poiché nessuno le ritiene vincolanti, oltre a essere palesemente inaccettabile sul piano etico, in Italia è cosa vietata – vietata, v-i-e-t-a-t-a – dalla legge.
Com’è possibile, dunque, che per una pratica vietata dalla legge sia allestita addirittura una fiera nella capitale economica del nostro Paese?
Può, un italiano, organizzare una mostra mercato del furto con scasso? O dello sversamento di acque nere nelle falde acquifere della città? O del rapimento a scopo di estorsione? Ovviamente no, perché si tratta di reati, di crimini, vietati e puniti dalla legge.
E allora come è possibile che alcune aziende che fanno affari con la vendita a pagamento di gameti e di embrioni umani onde produrre a comando figli da poi cedere, appunto a pagamento, a coppie che li vogliano a tutti i costi, ostentino in Italia tale violazione della legge vigente?
È proprio per saperlo con dovizia di particolari che Gasparri ha preso carta e penna, onde poi informarne tutti noi comuni mortali e normali cittadini paganti le tasse a uno Stato che non può certo permettere che sul proprio suolo, dove tale pratica è reato, si svolga una esposizione dell’«utero in affitto»?
Esige bene, il senatore Gasparri, che un intervento immediato del governo metta fine alla cosa sul nascere e per via assolutamente preventiva, con tanto di processo a queste intenzioni conclamate, evitando all’Italia di commettere un’illegalità enorme e raccapricciante.
Questa l’interrogazione urgente del senatore al ministro, da leggersi in attesa di un parere importante in materia da parte del candidato sindaco del Centrodestra nel capoluogo lombardo, Luca Bernardo, che magari in maggio sarà il primo cittadino all’ombra della Madonnina.
Al Ministro della Salute
Premesso che:
A quanto risulta all’interrogante alcune aziende che si occupano della compravendita di gameti, di embrioni e di utero in affitto si sono date appuntamento a Milano, il 15 e 16 maggio 2022, per una vera e propria Fiera, alla luce del sole, ove pubblicizzare e commercializzare i loro “prodotti”, con tanto di colorati ed allettanti depliant illustrativi, cataloghi, offerte di sconti, suggerimenti e facilitazioni nell’ “acquisto”;
tale pratica in Italia è illegittima come ben descritto nella legge 40/2004 (art.12, comma 6): ‘Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro’;
dietro tutto questo c’è infatti una realtà fatta di vendita di bambini in vendita, di donne povere sfruttate, di coppie legittimamente desiderose di un figlio ma raggirate ed ingannate facendo leva sulla loro sofferenza
Per sapere:
se era a conoscenza della vicenda; se non intenda intervenire immediatamente per fermare questa ed altre iniziative illegali anche in nome dei fondamentali diritti umani che stanno alla base della nostra Costituzione, a garanzia dei più deboli e dei più indifesi.