Rosso lacca, rosso carminio, rosso amaranto, rosso cremisi, rosso ciliegia, rosso vivo, rosso sangue. Rosso mestruazioni. «Period», per la precisione, in lingua inglese.
È questo il nome pensato per il nuovo punto di rosso lanciato di recente dal Pantone Color Institute, un’azienda statunitense che dagli anni 1960 codifica univocamente i colori e fornisce al mondo della comunicazione, dell’arte e del design le previsioni e le indicazioni per ciò che, dal punto di vista delle tonalità e delle nuance, è o sarà un trend per le stagioni attuali o future. Il “colore dell’anno 2020” in verità era stato un ben più gradevole «Classic Blue», ma poi hanno voluto strafare.
Il pretesto è liberare le donne dallo stigma del ciclo mestruale. In realtà si tratta di un capolavoro, se così si può dire, di marketing improntato al politically correct più scontato.
Il Pantone Istitute ha avviato una collaborazione con Intimina, marchio svedese di prodotti per il benessere e per la salute intima femminili, e con uno specialista ginecologo per creare un rosso che si ispira al colore del flusso mestruale, con l’intento, fra l’altro, di lanciare una campagna di sensibilizzazione in favore dei diritti delle donne. Intimina si è quindi impegnata a effettuare una donazione a favore di Action Aid, organizzazione internazionale indipendente che per statuto si occupa di affiancare alcune delle comunità più povere per agire contro la miseria e l’ingiustizia.
Secondo le dichiarazioni di Action Aid alla testata giornalistica The Guardian, «oggi nel mondo, milioni di donne e di ragazze soffrono a causa del pregiudizio associato al ciclo mestruale». Pare infatti che esistano contesti geografici e sociali in cui le ragazze mestruate perdono giorni di scuola, o la lasciano del tutto, o in cui le donne nei giorni del ciclo vengono completamente isolate perché considerate impure, anche con gravi rischi per la loro sicurezza.
Grazie a questa campagna, invece, tutte le donne dovrebbero sentirsi fiere e orgogliose del proprio mestruo, segno di femminilità, fertilità e potenza, ottenendo nel contempo la “normalizzazione” di uno stato che ovviamente è del tutto normale. Non suona contraddittorio, a quanto pare, che il sito di Action Aid propugni e promuova per tutte le donne anche la «salute sessuale e riproduttiva», espressione che ormai chiunque ha imparato ad associare alla parola “aborto”.
Si continua comunque ad affermare che la campagna sia a favore dei diritti delle donne. In teoria.
Perché la prima cosa che salta all’occhio è il post sulla pagina Facebook del Pantone Institute, che, a proposito della nuova creazione, recita: «Tonalità rossa energetica e avventurosa, l’impavido colore “Period” incoraggia le persone che mestruano a sentirsi orgogliose di chi sono». Ma le persone che mestruano sono esclusivamente le donne: è così difficile usare la parola giusta? Evidentemente sì, come già è capitato di notare in tempi recenti, per esempio con la vicenda di Emme Kristelle e della sua nomina nel board di Red Tent Australia.
Intimina, del resto, ha un sito piuttosto approfondito che propone al proprio interno anche un blog intitolato La salute delle donne che in numerosi casi si è occupato per esempio di «gender bender» e di «cura riproduttiva al di fuori del binario», dedicata cioè, per esempio, alle persone transessuali. Qui, si suggerisce di chiamare le donne «persone con la vagina», per non offendere chi donna fosse nata, ma tale non si sentisse, e tutte le altre sfumature di significato che si desidera dare al termine “genere”.
Le donne, a quanto pare, anche questa volta vengono sconfitte e depauperate della cifra della propria identità e della propria specificità. Ed è impossibile incolparne sistemi patriarcali vetusti e arcaici, perché sì, il Pantone «Period» sarà anche rosso, ma qui la nuance è decisamente arcobaleno.
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