L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è stata messa sotto esame per l’allocazione dei fondi nel suo programma di salute sessuale e riproduzione. Il programma, gestito dal Programma di Riproduzione Umana (HRP) dell’OMS, ha dedicato l’11% del suo budget per il 2022-23 a progetti relativi ai servizi di aborto in tutto il mondo.
Tra questi progetti ci sono lo sviluppo di una “base di prove” utilizzata per sostenere l’introduzione dell’aborto a domicilio e gli sforzi per aumentare la disponibilità dei farmaci utilizzati negli aborti medici. In confronto, solo il 5% del budget è destinato ai programmi che affrontano la violenza contro le donne e le ragazze, e il 15% alla salute materna e perinatale.
Questa assegnazione sproporzionata di fondi solleva dubbi sulle priorità dell’OMS. Concentrandosi così pesantemente sull’offerta di aborto, si trascurano altre questioni urgenti, come la violenza contro le donne e la salute materna.
Inoltre, il finanziamento dell’HRP proviene da contributi volontari, compresi quelli del Governo britannico, attraverso l’Ufficio Esteri, Commonwealth e Sviluppo. Tuttavia, recenti sondaggi mostrano che la maggioranza della popolazione generale si oppone all’utilizzo del denaro dei contribuenti per finanziare gli aborti all’estero.
I critici chiedono una rivalutazione delle priorità di finanziamento, suggerendo che le risorse dovrebbero essere reindirizzate verso il sostegno alle donne per accedere al supporto necessario per scegliere la vita per i loro figli, sostenendo che questo servirebbe meglio le esigenze delle donne e delle ragazze in tutto il mondo.
Mentre i dibattiti sull’aborto continuano, l’uso del denaro dei contribuenti e l’allocazione dei fondi all’interno delle organizzazioni internazionali come l’OMS rimangono un argomento controverso, con prospettive diverse su dove dovrebbero essere indirizzate le risorse.
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