E tutto sbagliato, sin dal principio. Cosa? L’intervista-articolessa che compare su Avvenire di oggi, il quotidiano dei vescovi italiani, a proposito di eutanasia.
Le prime parole della nota di accompagnamento recitano: «Pur nella difficoltà di conciliare diversi valori…». Sì, si stenta a credere ai propri occhi. C’è scritto proprio «conciliare diversi valori». Valori? La morte procurata, il suicidio, l’eutanasia? Da quando Avvenire, i cattolici, i vescovi chiamano il suicidio e l’eutanasia «valori»? Quale conciliazione è mai possibile fra il bene e – dice ripetutamente il magistero, dalle origini a Papa Francesco – il male orrendo del suicidio e dell’eutanasia?
Basterebbe questo per prendere detto giornale e farne una palla. Ma chi lo facesse sarebbe un estremista sconsiderato, inutile e dannoso. Serve invece freddezza e intelligenza per ravvisare la sottile tentazione che si insinua in quelle pagine attraverso una intervista a Giovanni Maria Flick, autorevole giusperito, ex ministro della Giustizia, ex presidente della Corte costituzionale, intervista tanto più pericolosa in quanto impugna la strategia del divide et impera, altro nome del fumo negli occhi.
La tentazione s’insinua adoperando una scusa, variante del “ce lo chiede l’Europa”: legiferare in giacca e cravatta per scongiurare la via referendaria di fatto in jeans e maglietta. Ma è un vuoto a perdere. Flick pretende infatti di approvare l’eutanasia in parlamento per evitare… che la si approvi con un referendum. Forse pensa che siamo tutti sciocchi, ma soprattutto come la pensa Avvenire, il quotidiano dei vescovi cattolici italiani, che lo mette in pagina senza né contraddittorio né par condicio?
L’argomento è del resto un ricamo sull’antico sofisma che, in casi analoghi inerenti i princìpi non negoziabili, pressa sul parlamento, non escludendo nemmeno la gamba tesa, per colmare un presunto vuoto legislativo che danneggerebbe. Manca una legge, cioè, si dice, urge allora premere con la piazza sul parlamento. Flick invece si preme da solo.
Ora, che Flick acceleri così scandalizza poco; insomma, ce lo si aspetta. Scandalizza invece di più e molto che tanti, magari pure trincerandosi dietro un malinteso dialogo, l’equidistanza del né carne né pesce, la conciliazione impossibile e la neutralità sempre pelosa diano fiato all’idea pericolosa che sia meglio sbracare adesso tutti in riga in parlamento per non meno sbracare domani in ordine sparso con la piazza(ta) del referendum. La questione vera però, qualora fosse sfuggito a qualcuno, è che si sta parlando di eutanasia, E-U-T-A-N-A-S-I-A. E di suicidio, S-U-I-C-I-D-I-O. Cioè di dare la morte alle persone. È qui che lo scandalo raggiunge il climax.
Parte grande dello scandalo è del resto il tentativo di arruolare nel serpeggiamento aperturista, attraverso citazioni smozzicate, pezzetti sparsi e frammenti come cocci, persino il Pontefice: lo fa Flick e lo ha fatto ieri La Civiltà Cattolica citando Flick che così può citare La Civiltà Cattolica e finire intervistato su quanto scritto da La Civiltà Cattolica sulle pagine di Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani, il quale, dimenticandosi per un attimo il dialogo, l’equidistanza e la conciliazione dedica alla giusta reazione indignata di più di 60 realtà della società civile per quel che ha scritto La Civiltà Cattolica, realtà molte delle quali sono cattoliche, spazio zero.
Tu chiamale, se vuoi, soluzioni condivise. Io propendo per proposta indecente. Pornografica.
Pro memoria
- «Queste considerazioni sembrano distanti dalle sentenze che in tema di diritto alla vita vengono talora pronunciate nelle aule di giustizia, in Italia e in tanti ordinamenti democratici. Pronunce per le quali l’interesse principale di una persona disabile o anziana sarebbe quello di morire e non di essere curato; o che – secondo una giurisprudenza che si autodefinisce “creativa” – inventano un “diritto di morire” privo di qualsiasi fondamento giuridico, e in questo modo affievoliscono gli sforzi per lenire il dolore e non abbandonare a sé stessa la persona che si avvia a concludere la propria esistenza».
Papa Francesco, discorso ai membri del Centro Studi Rosario Livatino, 29 novembre 2019
- «[…] la Chiesa ritiene di dover ribadire come insegnamento definitivo che l’eutanasia è un crimine contro la vita umana perché, con tale atto, l’uomo sceglie di causare direttamente la morte di un altro essere umano innocente»
Congregazione per la dottrina della fede, lettera Samaritanus Bonus, 2020, IV
- «In questa cultura dello scarto e della morte, l’eutanasia e il suicidio assistito appaiono come una soluzione erronea per risolvere i problemi relativi al paziente terminale».
Ibidem
- «[…] l’aborto, l’eutanasia e lo stesso suicidio volontario […] guastano la civiltà umana, disonorano coloro che così si comportano più ancora che quelli che le subiscono e ledono grandemente l’onore del Creatore».
Concilio Ecumenico Vaticano II (1963-1965), Costituzione pastorale Gaudium et spes, 1965, II, 27