L’esodo senza precedenti di famiglie con bambini piccoli dalle principali città degli Stati Uniti è legato alle politiche urbane progressiste.

Le famiglie con bambini piccoli stanno lasciando le grandi città degli Stati Uniti ad un ritmo senza precedenti, secondo un recente rapporto pubblicato su The Atlantic e analizzato da uno studioso del Manhattan Institute.
Esaminando le ragioni alla base di questa tendenza, è stato suggerito che le politiche urbane progressiste delle città potrebbero esserne la causa.
I dati del censimento analizzati dal think tank Economic Innovation Group hanno mostrato un allarmante calo della popolazione al di sotto dei 5 anni nelle principali aree urbane rispetto ad altre zone del Paese.
Manhattan, Brooklyn, Queens, Bronx, Los Angeles, Chicago, San Francisco, Filadelfia, Minneapolis e St Louis hanno registrato un calo di quasi il 20% della popolazione infantile tra il 2020 e il 2023.
Questa tendenza ha importanti implicazioni per le città coinvolte, poiché molte di esse sono fortemente caratterizzate dal progressismo.
Se queste aree urbane non riescono a mantenere le unità familiari, potrebbero essere considerate un fallimento delle politiche che rappresentano.
L’accessibilità degli alloggi è stato uno dei fattori citati come problematici in queste aree; l’aumento del costo della vita rende più difficile per le famiglie risiedervi.
Inoltre, il costo degli alloggi influisce sui servizi locali, come l’assistenza all’infanzia, portando a una carenza di lavoratori che si accontentano di salari più bassi.
Il previsto “circolo vizioso dell’esodo familiare” potrebbe quindi portare a un minor numero di genitori che lottano per ottenere servizi locali migliori, come scuole e parchi giochi.
Le città degli Stati rossi, tuttavia, hanno avuto più successo nella costruzione di alloggi a prezzi accessibili e nel controllo dell’inflazione dei servizi per l’infanzia.
I risultati suggeriscono che le città progressiste dovrebbero concentrarsi maggiormente sulla riduzione dei costi di vita, sul controllo del disordine, sull’offerta di scelte educative per le famiglie e sul rendere le aree pubbliche più a misura di bambino per attirare le famiglie.

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