Un anziano abortista del Michigan, Theodore Roummel, è stato accusato di aver investito intenzionalmente Mark Zimmerman, un consulente pro-life da marciapiede, fuori da una struttura abortiva di Saginaw la settimana scorsa, infliggendogli una frattura alla gamba. Zimmerman, che prega regolarmente insieme ad altri sostenitori pro-vita fuori dal Centro delle Donne di Saginaw, ha affermato che l’88enne Roummel lo ha investito due volte con il suo veicolo, lasciandolo sulla sedia a rotelle in attesa di un intervento chirurgico. I testimoni oculari presenti sulla scena hanno riferito di aver visto Roummel scendere dalla sua auto e prendere in giro Zimmerman mentre giaceva ferito a terra.
Nonostante le dichiarazioni di più testimoni alla polizia, Zimmerman ha dichiarato che Roummel non è stato arrestato e ha proseguito la sua giornata, praticando cinque aborti. Dopo l’incidente, Zimmerman è stato trattato dai paramedici sulla scena prima di essere trasportato in ospedale per ulteriori cure. Da allora è stata creata una raccolta fondi online per aiutare Zimmerman a sostenere le spese mediche e legali.
Zimmerman ha denunciato la questione alla polizia, ma non sembra che Roummel sia stato ancora accusato. Zimmerman ha affermato di essersi recato alla stazione di polizia di Saginaw Township solo per sentirsi dire che il rapporto della polizia non era ancora terminato, poiché la questione era ancora in fase di indagine. Zimmerman ha dichiarato: “Se i ruoli fossero stati invertiti, sarei stato portato via in manette”. È interessante notare che questa non è la prima accusa di questo tipo contro Roummel, che è stato accusato di aggressione nel 2012 a seguito di un incidente simile che ha coinvolto Lynn Mills, direttrice di Pro-Life Michigan.
Nonostante il calvario, Zimmerman ha espresso l’intenzione di continuare la sua difesa pro-vita fuori dalla struttura abortiva. In un’intervista con Live Action, ha espresso il suo perdono per Roummel e ha dichiarato il suo desiderio di vedere la giustizia prevalere. Zimmerman ha anche ribadito il suo impegno per la causa pro-vita, incoraggiando gli altri a “continuare a lottare per la vita”.
L’incidente arriva in un contesto di crescente violenza contro i sostenitori pro-vita. Dal 2022 sono stati registrati oltre 300 attacchi, e il Direttore dell’FBI ha ammesso che circa il 70% dei casi di violenza o minaccia legati all’aborto hanno preso di mira le organizzazioni pro-vita dopo la decisione Dobbs. La crescente ostilità ha spinto le organizzazioni pro-vita a migliorare le loro misure di sicurezza, mentre i legislatori repubblicani chiedono all’Amministrazione Biden di agire contro l’escalation del terrorismo interno pro-aborto. Tuttavia, mentre l’amministrazione sta lavorando attivamente per espandere i diritti all’aborto, ha fatto pochi sforzi per frenare la crescente aggressione contro i sostenitori pro-vita e le chiese.
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