LGBT+, l’«abuso politico» di Chiara Appendino

Si scatena a Torino la polemica sul blocco della registrazione dei figli di coppie «omogenitoriali»

Il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo

Il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo

È previsto per oggi a Palazzo Civico a Torino l’incontro del Consiglio comunale durante il quale, a quanto risulta dalle dichiarazioni dei giorni scorsi, Stefano Lo Russo, sindaco della città e dell’area metropolitana da ottobre, sarà chiamato a tenere fede alle promesse fatte in campagna elettorale.

Il tema è quello dell’iscrizione ai registri dell’anagrafe dei bambini, «figli di due mamme o di due papà», nati cioè nel contesto di coppie di persone dello stesso sesso, su cui si è espresso sulle pagine dell’edizione torinese del Corriere della Sera anche Vladimiro Guadagno, in arte Vladimir Luxuria, noto attivista LGBT+, che nel capoluogo piemontese dirige da tempo il Lovers Film Festival.

Guadagno ha affermato che lo stop all’iscrizione rappresenterebbe un passo indietro rispetto a una politica che considera più “illuminata”, quella del sindaco precedente, Chiara Appendino, del Movimento 5 Stelle, che durante il mandato «[…] scelse di disobbedire», come affermano il presidente nazionale dei Radicali Igor Boni, ex candidato sindaco a Torino, e i rappresentanti dell’associazione Adelaide Aglietta, chiedendo a Stefano Lo Russo di fare lo stesso.

Perché di disobbedienza si è trattato e ancora si tratterebbe, dal momento che il prefetto Raffaele Ruberto, anch’egli di nomina recente in città, applicando la normativa vigente che vieta l’iscrizione nei registri anagrafici di coppie «omogenitoriali» e le indicazioni in proposito del ministero dell’Interno, ha richiesto che tutti gli atti di nascita siano trasmessi alla Procura, per permetterne se del caso la rettifica.

Resta valido che la legge italiana non permette il riconoscimento delle nascite, pure avvenute all’estero, di figli di coppie «omogenitoriali» e che forzare la mano ai funzionari delle anagrafi costituisce a detta di Augusta Montaruli, torinese, parlamentare di Fratelli d’Italia, «un vero e proprio abuso politico, che la Appendino ha iniziato e che si chiede a Lo Russo di prorogare. Il sindaco è libero di pensare diversamente da me che una coppia di persone dello stesso sesso siano una famiglia, ma non può farne uno strumento ideologico da imporre alla città, come dimostrano per altro le ultime sentenze del tribunale civile». Questo registro, aggiunge, «si sta rivelando del resto un boomerang, anche per le persone che in buona fede pensavano di esservi iscritte e si trovano in realtà iscritte al nulla».

Vladimiro Guadagno e i Radicali ne fanno una questione di “diritti”, accusando lo Stato italiano di non garantire quelli dei bambini nati nel contesto di coppie dello stesso sesso. È piuttosto una questione di legge e di rispetto delle normative. Per affrontare il nodo della presunta disparità di trattamento giuridico, continua la Montaruli, «l’unico modo è quello proposto da Fratelli d’Italia: rendere per esempio la maternità surrogata un reato universale, perseguibile pertanto anche se effettuata all’estero».

I Radicali vorrebbero invece Lo Russo sulle barricate, per mantenere le promesse fatte durante il periodo elettorale, affermando di dubitare «[…] che il prefetto lo porterà via in manette». Resta da vedere se anche questo sindaco vorrà infrangere la legge e correre il rischio di essere denunciato.

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