Kohl’s, un’importante azienda di vendita al dettaglio, sta subendo il contraccolpo dei clienti contrariati dall’abbigliamento a tema orgoglio LGBTQ disponibile per bambini e neonati nel negozio. Gli articoli in questione comprendono tutine per neonati di età compresa tra i 3 e i 9 mesi, con arcobaleni e gli slogan “Love is love” (Amore è amore) e “Happy Pride” (Felice Pride). Inoltre, è in vendita una confezione di cinque tutine a tema baby pride, ciascuna con slogan e disegni LGBTQ diversi. Altri capi di abbigliamento per bambini con temi di orgoglio sono le magliette con le scritte “Ask Me My Pronouns” (Chiedimi del mio pronome) e “Be Proud” (Siate Orgogliosi).
La notizia della merce dell’orgoglio di Kohl’s si è diffusa sui social media durante il fine settimana, portando a invocare il boicottaggio del rivenditore. Questa reazione è stata paragonata al contraccolpo subito da Bud Light e Target negli ultimi tempi a causa del loro sostegno a prodotti e campagne a tema LGBTQ.
All’inizio di questo mese, Target ha subito un calo significativo del suo valore di mercato dopo il lancio di abbigliamento a tema pride per bambini, perdendo 9 miliardi di dollari in una settimana a causa del boicottaggio dei consumatori. Nonostante i tentativi di porre rimedio alla situazione ricollocando gli espositori dell’orgoglio all’interno dei negozi, le azioni dell’azienda continuano a scendere.
Anheuser-Busch, la società madre della Bud Light, si sta ancora riprendendo dal boicottaggio scatenato dalla campagna di marketing che celebra Dylan Mulvaney, un’influencer trans identificata sui social media, e i suoi “365 giorni di femminilità”. Questa mossa ha provocato un sostanziale boicottaggio dei prodotti dell’azienda di birra.
Non è chiaro se Kohl’s dovrà affrontare conseguenze finanziarie simili a quelle subite da Target e Bud Light a causa dei loro capi di abbigliamento a tema pride. Il gigante della vendita al dettaglio non ha ancora risposto alle richieste di boicottaggio.
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