Inutili opinioni, anche se di 67 vescovi

Mercoledì i vescovi degli Stati Uniti discuteranno di Comunione a chi pubblicamente sostenga l’aborto

vescovi degli Stati Uniti

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Last updated on Luglio 8th, 2021 at 05:55 am

Mercoledì 16 giugno si apre l’assemblea dei vescovi cattolici degli Stati Uniti d’America (USCCB). Inutile far finta di non vedere come il pezzo forte sia la questione sollevata con fierezza, serietà e bellezza dall’arcivescovo di San Francisco, mons. Salvatore Cordileone, ripetendo e riattualizzando quanto scritto in un memorandum inviato dall’allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, cardinal Joseph Ratzinger, e reso pubblico nel luglio 2004, in cui sta scritto: «Vi può essere legittima diversità di opinioni anche tra i cattolici sul dichiarare guerra e sull’applicare la pena di morte, ma in nessun caso su aborto ed eutanasia». Altrettanto inutile far finta di non capire che la cosa punta – anche – al presidente federale, Joe Biden, e al presidente della Camera, Nancy Pelosi, il primo grande sostenitore del “diritto” di aborto e la seconda pure, pur essendo entrambi cattolici professi.

Inutile anche nascondersi la serietà della questione. Perché tocca un punto dottrinale clamoroso e perché, ancora più clamorosamente, vi sono vescovi e arcivescovi che parrebbero preferire far finta di nulla. Possibile? Possibile.

Inutile per inutile, confesso ancora una volta il mio enorme disagio. Primo, perché «iFamNews» non è testata confessionale, quindi trattare questo tema potrebbe apparire smarginatura, epperò mi rispondo subito dicendo che la cosa è tanto grave che un cronista (qualsiasi) non può non registrarla e poi, soprattutto, che, sia un lettore cattolico o no, se una parte della Chiesa Cattolica dovesse tralignare su un principio non negoziabile, chiunque avesse a cuore quel principio dovrebbe balzare sulla sedia. Il secondo motivo del mio imbarazzo è che di queste cose non vorrei scrivere mai: la Chiesa Cattolica continua a essere felicemente una istituzione non democratica (non dipendente, cioè, dalle maggioranze, dalle giacchette strattonate e dalle correnti, che fanno pure male alla salute) e quindi ogni intrusione che sappia, pure lontanamente, di partiti e di bracci di ferro, e ogni tentativo di democratizzarla, mi disturba prima e mi disgusta subito dopo. Il terzo motivo è che l’aborto è cosa così pesante che il solo pensare che un principe della Chiesa Cattolica possa avere quel giorno altri impegni mi fa trasalire e fremere. Sono ingenuo? La coltivo come una virtù la mia ingenuità.

Inutile, per chi pensa che la vita umana innocente sia uno scherzo, ricordare che, il 13 maggio, 67 fra vescovi e arcivescovi statunitensi, di cui cinque cardinali, hanno sottoscritto una lettera per chiedere che l’argomento non figuri nel dibattito dell’assise che si apre dopodomani, né che tantomeno su di esso si voti.

Inutile, per chi vorrebbe democratizzare la Chiesa Cattolica, sottolineare che il, 22 maggio, il presidente della USCCB, l’arcivescovo di Los Angeles, mons. José H. Gómez, ha risposto ai 67 confratelli, sottolineando di avere già accettato una proposta di discussione dell’argomento, avanzata da mons. Kevin C. Rhoades, vescovo di Fort Wayne-South Bend, nell’Indiana. Il presidente dei vescovi cattolici statunitensi ha del resto ben chiaro l’imbarazzo pubblico che il presidente Biden provoca alla Chiesa Cattolica (gerarchia e fedeli) appoggiando l’aborto da cattolico, dopo le molte voci levatesi giustamente indignate da tale scandalo.

Inutile per troppi, anche dentro la Chiesa, aggiungere che, rebus sic stantibus, dello scandalo i vescovi statunitensi dunque parleranno. Resta però il fatto che 67 tra vescovi e arcivescovi, fra cui cinque cardinali, degli Stati Uniti (con il “giallo” del cardinal Timothy M. Dolan, arcivescovo di New York e già presidente della USCCB, che ha ritirato la firma) preferirebbero non essere lì quel giorno.

Sintetizza bene il concetto il vescovo di San Diego, in California, mons. Robert McElroy per il quale negare la Comunione a chi pubblicamente si dichiari per l’aborto è «il passo sbagliato», soprattutto perché nel frattempo si ignora il «male intrinseco» del razzismo. Inutile dire che mi son chiesto «sogno o son desto?». Del resto, secondo mons. McElroy, la questione strumentalizza l’Eucarestia facendone un’arma per la battaglia politica. Inutile dire che se il presule non fosse un presule, e quindi meritevole di rispetto estremo, verrebbe da chiedersi dove abbia imparato a leggere, scrivere e fare di conto.

Non inutile però concludere che su vita, morte e scandalo pubblico, dentro e fuori la Chiesa Cattolica, i «secondo me» contano zero. E pure non inutile è leggere anche quanto brillantemente «iFamNews» ha pubblicato sul tema nella propria sezione in lingua inglese.

An Emerging Saga: Catholic Bishops Consider Cracking Down On Politicians Who Flaunt Church Teaching On Sanctity Of Life As Progressives Organize Fierce Opposition – Part 1

Left-Wing and weak-willed: problems at the USCCB

An Emerging Saga: Catholic Bishops Consider Cracking Down On Politicians Who Flaunt Church Teaching On Sanctity Of Life As Progressives Organize Fierce Opposition – Part 2

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