Last updated on Febbraio 23rd, 2020 at 04:04 am
«Oggi si promuove in ogni ambito sociale il diritto alla libertà di scelta. Per tutti, tranne che per i genitori». Massimo Gandolfini, neurochirurgo e leader del comitato “Difendiamo i nostri figli” promotore del Family Day, evidenzia ad “IFamNews” l’aspetto paradossale della proposta di rendere obbligatoria la scuola materna fin dai tre anni. Annunciata dal viceministro all’Istruzione, Anna Ascani, come una «opportunità», la riforma ha ricevuto già una ridda di critiche. «È una proposta pericolosa e ingiusta nei confronti delle famiglie», dice Gandolfini. «Come al solito viene accantonato l’art. 30 della Costituzione che vuole che siano i genitori ad avere il diritto e il dovere dell’educazione dei figli».
Del resto è curioso l’artificio lessicale compiuto dalla Ascani, che rende sinonimi i termini «obbligo» e «opportunità». Per il neurochirurgo bresciano, «siamo di fronte a una imposizione di tipo statalista, dove lo Stato si sostituisce alla famiglia nell’educazione dei più piccoli». Piuttosto, riflette ancora Gandolfini, «lo Stato pensi a garantire le strutture scolastiche a tutti i bambini, e poi lasci il diritto alla famiglia di decidere se mandare il proprio figlio all’asilo già a tre anni o se tenerlo a casa fino ai cinque, ovvero alla scuola dell’obbligo».
Eppure nel Partito Democratico c’è chi ha idee ancora più radicali della Ascani. In piena campagna elettorale per la Regionali in Emilia-Romagna, il neo-rieletto presidente Stefano Bonaccini ha affermato: «Confido che il servizio educativo 0-3 anni possa diventare scuola dell’obbligo». Insomma, altro che materna, per il presidente dell’Emilia-Romagna bisognerebbe spedire i bambini fuori da casa già in tenera età, quand’anche i genitori fossero contrari. Gandolfini non ha dubbi in proposito: se passerà la riforma della Ascani, in futuro si tenterà di far diventare obbligatorio anche l’asilo nido. «È la politica del passo dopo passo», dice: «su un tema specifico si approva una misura relativamente “morbida” per preparare l’opinione pubblica ad accettare la proposta più radicale sullo stesso tema».
Il mondo del Family Day è però pronto a mettersi di traverso a questo progetto graduale. «Certamente ci mobiliteremo per impedire un tale furto dello Stato nei confronti della famiglia e della libertà educativa dei genitori», afferma Gandolfini. Il quale annuncia anche altro. «C’è una questione ancora più grave sul tavolo, ovvero la legge contro l’omotransfobia, incardinata in commissione Giustizia della Camera». Per il neurochirurgo si tratta di «un’imposizione del pensiero unico contraria all’art. 21 della Costituzione che sancisce il baluardo fondamentale di ogni democrazia, la libertà di espressione». Contro quello che Gandolfini reputa «un attacco alla democrazia di tipo dittatoriale», il Family Day è pronto a riempire di nuovo le piazze. E a farlo a breve. Gandolfini annuncia: «Il tempo stringe, aspettatevi novità già ai primi di marzo».
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