La Commissione parlamentare cui in Polonia spettava il compito di condurre la battaglia che avrebbe vietato l’aborto anche in caso di complicazioni o di malattie genetiche del bambino ha gettato la spugna giovedì 16. La discussione sulla proposta di ridurre praticamente a zero le possibilità di aborto nel Paese è stata ritirata e quindi rinviata, forse di mesi e mesi. Probabilmente è mancato il coraggio di andare fino in fondo, di scontarsi contro tutti i potenti. La coscienza di ogni singolo deputato polacco ora farà i conti con se stessa. A noi è piaciuto schierarci apertamente con il parlamento sovrano di un Paese sovrano che ha provato a fermare un abominio. Già solo l’averci pensato merita rispetto enorme. Non disperiamo che quel parlamento sovrano possa riprovarci, e quel giorno saremo ancora lì, al fianco della Polonia, a salutare quel gesto coraggioso ma normale con entusiasmo. Da ora ad allora ci sarà tempo per meditare. I parlamentari polacchi hanno pensato bene quando sono scesi in campo per la vita, un po’ meno quando si sono ritirati. Il nostro grazie alla Polonia lo vogliamo dire però ancora. Esiste una Polonia che forse non è stata all’altezza di se stessa sino in fondo, ma che nondimeno potrebbe farcela. Esiste una Polonia impavida che ha ceduto a una Polonia sonnacchiosa. Non è detto che la Polonia non si risvegli. Noi contiamo su quella e facciamo voti affinché la Polonia diversa, vera, unica trovi di nuovo la forza per alzarsi in piedi e gridare forte il proprio «sì» alla vita.
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