Last updated on Luglio 29th, 2021 at 02:20 am
Nel 1976 a Seveso, in provincia di Milano, una piccola esplosione in una fabbrica, l’ICMESA, sprigionò nell’aria della diossina. Fu sufficiente per gridare al mostro nel grembo delle gestanti di allora, convincendo molti che l’aborto fosse la liberazione dall’incubo.
Oggi il «ddl Zan» millanta una presunta protezione delle persone omosessuali (di per sé ottenibile lo stesso, di per sé già presente nell’ordinamento giuridico italiano) per convincere la masse che uno decida di che gender essere senza riguardo per l’incontrovertibilità del sesso biologico e per chiamare la polizia tutte le volte che qualcuno osasse giudicarla una balla totale.
Il caso singolo, “pietoso”, usato, cioè, per normalizzare un male enorme, la bugia detta per far passare la verità sottaciuta.
Ma c’è chi invece ha coraggio: per esempio il giornalista e conduttore televisivo Alessandro Cecchi Paone. Per lui «dire che l’unica famiglia è quella tra uomo e donna è incitazione all’odio», quindi «se lo dici per me sei perseguibile».
Cecchi Paone ha espresso con chiarezza il concetto durante la trasmissione radiofonica La zanzara, condotta su Radio24 da Giuseppe Cruciani il 5 maggio, concetto poi trasformato in un meme più sintatticamente ordinato che Cecchi Paone ha postato su Facebook accompagnato da una conclusione sparata ad altezza uomo: «Per Salvini, Meloni e Tajani», che affermano o affermerebbero il contrario, «non c’è posto in un governo europeista, liberale, democratico, socialista e occidentale».
In attesa che il trasparentissimo, franchissimo e quindi benemerito Cecchi Paone riveli il nome del lager che li aspetta, se fossi l’on. Zan mi preoccuperei. La “strategia diossina” potrebbe infatti rischiare di fallire per incontinenza.
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