«Nella gara a chi taglia per primo il traguardo di procurare la morte, finora “limitata” alla competizione fra il referendum per l’omicidio del consenziente e il testo Bazoli pendente in Aula alla Camera, irrompe il ministro della Salute, con la bozza di decreto, che sarà sottoposta alla Conferenza Stato-Regioni, di modifica della disciplina dei Comitati etici territoriali».
Così dichiarano oltre 70 realtà della società civile italiana, fra cui «iFamNews», commentando il decreto ministeriale che dovrebbe istituire i Comitati Etici in sostituzione dei circa 90 comitati territoriali. Infatti il punto è che la bozza del Decreto affida ai nuovi Comitati il compito di emanare pareri nei casi di eutanasia negli ospedali.
«Il ministro della Salute», affermano le 70 e più realtà in un comunicato congiunto, «pretende che un atto amministrativo, qual è un proprio decreto, salti il parlamento e dia attuazione alla sentenza della Corte costituzionale». Ebbene, questo «intervento del ministro è grave perché si sovrappone a una competenza che la Consulta affida esclusivamente al parlamento, fornisce della sentenza una interpretazione sulla quale la discussione alla Camera è appena iniziata, stravolge la funzione dei Comitati etici».
Adesso, conclude il comunicato, «ci si attende che i parlamentari fermino questa improvvida iniziativa con gli atti che i regolamenti loro consentono, e che la Conferenza Stato-Regioni ricordi al ministro i limiti delle competenze di ciascuno, specie se si tratta dei limiti che l’esecutivo ha verso il parlamento». Insomma, va data piena attuazione alla «sentenza della Consulta nella parte in cui auspica interventi sul fronte della terapia del dolore e delle cure palliative, disciplinati già da 12 anni da una legge dello Stato».
Perché quando un arbitro si schiera con una delle due squadre in campo, la suddetta gara finisce prematuramente. Per eutanasia.
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