I “matrimoni” fra persone dello stesso sesso, in India, non sono legali. L’omosessualità è stata depenalizzata dalla Corte Suprema nel 2018, con l’abrogazione della Sezione 377 del Codice penale indiano, di origine coloniale, in vigore dal 1860. Tuttavia, secondo il governo centrale del Paese asiatico, il matrimonio è un’altra cosa e in base alla normativa vigente il concetto di unione matrimoniale «non può essere esteso» come pare e piace.
Giusto un anno fa il governo si è opposto a una serie di istanze che chiedevano il riconoscimento e la registrazione nel Paese dei “matrimoni” tra persone dello stesso sesso, ovviamente con tutti i diritti connessi, fra cui quello all’adozione dei bambini, ai sensi dello Special Marriage Act, dell’Hindu Marriage Act e del Foreign Marriage Act.
Ora l’Alta Corte di Nuova Delhi si trova alle prese con alcuni appelli delle coppie di persone dello stesso sesso che hanno presentato istanze affinché il governo attivi un canale, YouTube o altro, per la visione in diretta dei procedimenti giudiziari in corso sul tema. L’Alta Corte ha trasmesso tale appello al governo centrale indiano.
«Nel corso di una precedente udienza», afferma sul sito web il quotidiano The Hindu, «l’avvocato senior Neeraj Kishan Kaul, in vece di tre dei ricorrenti, ha affermato che la questione sollevata nelle istanze riveste un carattere di importanza nazionale, in particolare per la comunità LGBT+, che costituisce quasi l’8% della popolazione totale del Paese».
L’avvocato Kaul ha affermato inoltre che «una buona parte del pubblico attende con impazienza l’esito di questi casi e il live streaming consentirebbe al procedimento giudiziario di raggiungere una popolazione più ampia».
Per il momento, in ogni caso, rimane fermamente valido quanto espresso in precedenza dal governo centrale indiano, per il quale «la convivenza come partner e la relazione sessuale tra persone dello stesso sesso non è paragonabile al concetto di unità familiare indiana di marito, moglie e figli, che presuppone necessariamente un uomo biologicamente maschio come “marito”, una donna biologicamente femmina come “moglie” e i figli nati dall’unione tra i due».