Il fascismo è di sinistra

Ma ha sempre fatto e fa comodo identificarlo con la cultura conservatrice. Per zittirne l’antropologia a misura di uomo

Svolta a sinistra

Last updated on Ottobre 18th, 2021 at 06:10 am

Un altro contributo importante alla chiarezza. Per questo ripubblichiamo questo articolo dal sito di Alleanza Cattolica. Perché riporta l’attenzione sulla difesa dei «princìpi non negoziabili», perché introduce elementi di educazione politica indispensabili, perché fa del bene.
–Marco Respinti

«Anch’io vedo nel fascismo la manifestazione di quel totalitarismo di sinistra di cui parla Talmon». Sono parole pronunciate dal maggiore studioso del fascismo italiano, Renzo De Felice (1929-1996), nella sua Intervista sul fascismo pubblicata molti anni fa. E Jacob Leib Talmon (1916-1980) è l’autore di un testo tanto importante quanto poco conosciuto sul fatto che anche le democrazie possono diventare totalitarie, una sorta di anticipazione di quel “pensiero unico” che oggi viene diffuso e imposto democraticamente – ma non solo – come un pensiero “politicamente corretto” (Le origini della democrazia totalitaria, il Mulino, 2000).

È strano – ma fino a un certo punto: De Felice fu odiato in vita e post-mortem – che in un clima come l’attuale in cui improvvisamente si è tornati a parlare del fascismo come se fossimo nel mezzo della guerra civile del 1943-1945, non venga utilizzata la sua lezione. De Felice ha dedicato gran parte della sua vita di studioso a produrre una monumentale biografia di Mussolini e tante altre opere sempre sul fascismo, nelle quali spiega le origini rivoluzionarie del movimento fascista, le sue caratteristiche di sinistra e anticlericali, che poi si attenuano quando il fascismo diventa regime e deve convivere con la Chiesa (Patti Lateranensi e Concordato del 1929) e la Monarchia (sarà proprio il Re a farlo arrestare nel 1943), salvo poi riemergere durante la Repubblica sociale insieme alle mai spente suggestioni socialisteggianti del fascismo delle origini.

Ma perché si è tornati a parlare così tanto del fascismo? Davvero qualcuno può pensare che i quattro esaltati e violenti che hanno assaltato la sede della Cgil romana grazie alla compiacenza o alla dabbenaggine del Ministero degli interni possano rappresentare un pericolo per la democrazia italiana? Ma chi è preoccupato del futuro democratico dell’Italia conosce la consistenza politica di Forza Nuova? Conosce i suoi risultati elettorali sempre da prefisso 0 virgola?

La verità è che ha sempre fatto comodo identificare il fascismo con una destra conservatrice o persino moderata. Quando, nel 1972, Giorgio Almirante (1914-1988) trasformò il Msi (un partito che viveva soprattutto di nostalgia) nella Destra Nazionale, si scatenò una violenza sistematica contro il partito per riportarlo nel clima dello scontro fisico con i gruppi della sinistra extraparlamentare. Quando il segretario della Dc Amintore Fanfani (1908-1999) partecipò alla battaglia contro la legge sul divorzio, pochi anni dopo, unico fra i dirigenti democristiani, venne denunciato il “fan fascismo”, così come avverrà ogniqualvolta il partito di ispirazione cristiana sembrerà, spesso soltanto “sembrerà”, allontanarsi da posizioni concilianti con le sinistre che allora parevano destinate a conquistare il potere.

Qualcuno dirà che l’assalto c’è stato, così come i saluti romani e le battute fasciste nella trasmissione di Fanpage. È vero, ma gli idioti disponibili a “menare le mani” o a fare battute cretine o ignobili per sentirsi vivi ci saranno sempre, soprattutto se favoriti dall’incuria dei governi, anche perché questi ambienti neo-fascisti rappresentano uno strumento prezioso per screditare una ambiente culturale e politico che vuole conservare e promuovere i principi fondamentali del bene comune, fra i quali mi pare giusto segnalare l’inverno demografico che sta uccidendo l’Italia, un tema molto più drammatico e importante del green pass.

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