Il «ddl Zan» rimandato a settembre

C’è ancora in Italia una resistenza di popolo e di cultura. Resistenza strana? Resistenza umana, elementare e basica

Italia

Last updated on Luglio 29th, 2021 at 02:27 am

La discussione sul «ddl Zan» per ora si chiude qui. Non è un’inezia, è una grande notizia. Chi (e confesso che fra loro ci sono anche io) all’inizio pensava che per i fautori della proposta liberticida di legge che porta il nome dell’on. Alessandro Zan sarebbe stata una passeggiata ora non può che prendere atto di una cosa decisiva. C’è ancora in Italia una resistenza di popolo e di cultura.

È una resistenza strana, certo. No, meglio: è una resistenza consona ai tempi in cui viviamo. Tempi frantumati, diceva lo scrittore russo Aleksandr I. Solženicyn (1918-2008), tempi dunque scompigliati e tempi fortemente confusi. Quindi è una resistenza che prende i volti più improbabili, più inaspettati, addirittura insoliti: ma è una resistenza, coraggiosa, seria, decisa.

E questo dice un’altra grande verità. Forse non siamo affatto soltanto di fronte a una resistenza strana come sono strani i tempi nostri. Forse quella dell’Italia oggi è una resistenza finalmente vera. Una resistenza umana, elementare e basica. La resistenza ultima della persona che non cede alla menzogna e alla protervia e alla violenza prima ancora di chiedersi se farlo sia di destra o di sinistra, cattolico o liberale, conservatore o radicale. La resistenza umana di quel mistero uomo – direbbe il neurofisiologo australiano John C. Eccles (1903-1997) –, sublime e talora abissale, che ancora, nonostante le incrostazioni e le sovrastrutture, sa riconoscere il bene, distinguendolo dal male, riconoscere il bene per connaturalità.

I soldati di questa resistenza sono fatti così. Sono uomini maschi e femmine: danno nome alle cose, comunicano pensiero, separano il bene dal male, spesso fanno il male sapendo però sin nel proprio DNA che l’unico vero scopo della vita è fare il bene.

La discussione sul «ddl Zan» è rimandata a settembre, cioè la battaglia tornerà. Ma ogni arretramento di posizione, ogni ritardo nelle manovre, ogni soldato che attraversa il fronte venendo da questa parte aggiunge scaglie di bene a bene. L’esito non dipende mai da noi e dai nostri sforzi, ma la resistenza e l’impegno che ci si mette caspita se sì.

E allora Marco Rizzo e Mario Capanna, Platinette e Marina Terragni, forse mai avremmo pensato di averli compagni di strada assieme ai nostri già noti amici e sodali. Epperò lasciatemelo dire prima che le ideologie possano avere il sopravvento e spegnere il lumino che fumiga: ne siamo stracontenti. Tanto che ci auguriamo addirittura di bissare. Vi do il mio numero di telefono così ci vediamo a parlarne. Sicuramente a berci qualcosa di fresco fra resistenti.

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