Last updated on Ottobre 2nd, 2020 at 02:05 am
Nei giorni scorsi ha tenuto banco, a livello mediatico, la risposta che il presidente Sergio Mattarella ha dato al premier britannico, Boris Johnson, il quale aveva attribuito l’elevato numero di contagi di CoViD-19 riscontrati nel Regno Unito alla tradizione britannica di amore per le libertà personali. «Anche noi italiani amiamo la libertà ma abbiamo a cuore anche la serietà», sono state le parole del capo dello Stato italiano. Ma se Mattarella con «serietà» intendeva l’attuazione di misure restrittive per arginare i contagi, il Regno Unito non sembra secondo all’Italia.
Gli «assistenti civici» british
Ormai quattro mesi fa il ministro italiano per i Rapporti con il Parlamento, Francesco Boccia, aveva preannunciato l’assunzione di 60mila volontari come «assistenti civici», con il compito di vigilare che in strada venissero osservate le norme anti-contagio sancite dai Dpcm. In realtà questi controllori in pettorina non si sono visti in giro per il Belpaese. Al contrario, nel Regno Unito, sono state introdotte in settembre figure analoghe. Si chiamano «Covid-secure marshal» e, come ha annunciato lo stesso Johnson, hanno la funzione di aiutare a garantire il rispetto delle regole di distanziamento interpersonale nelle città e nei paesi del Regno. Questi nuovi funzionari non hanno il potere né di chiedere alle persone di distanziarsi né di emettere multe, ma possono chiamare le forze dell’ordine laddove dovesse rendersene necessario l’intervento.
Spie delle proprietà private
Nelle strade d’Oltremanica è in vigore dalla scorsa settimana un nuovo mini lockdown: illegali le riunioni con più di sei persone, limite di quindici invitati ai matrimoni, obbligo di mascherine in ogni struttura ricettiva, chiusura anticipata di bar e ristoranti alle 22. Ebbene, in questo clima da coprifuoco, hanno fatto la propria comparsa i «Covid-secure marshal». Lo testimonia un tweet di un noto consulente di marketing ed e-commerce, Dan Barker: si tratta di quattro foto in cui sono immortalati uomini in pettorina azzurra intenti a sbirciare all’interno dei locali per verificare che fossero chiusi dopo le 22. Veri e propri occhi indiscreti che si intromettono nella proprietà privata.
STASI 2.0?
Del resto, nel Regno Unito il clima da delazione è forse stato incoraggiato dal ministro del Crimine e della polizia, Kit Malthouse, che ha domandato ai cittadini di segnalare alle autorità se propri conoscenti o vicini di casa violino la regola del divieto di assembramento per più di sei persone. Ma già in marzo la BBC rendeva noto come nel Paese si fosse verificato un aumento di chiamate da parte di persone che denunciavano i propri vicini perché violavano il blocco imposto per contenere i contagi. Sempre nello stesso periodo, Roma Capitale, addirittura, aveva attivato una app attraverso cui i cittadini potevano segnalare gli assembramenti all’autorità competente. Il servizio capitolino si chiamava SUS (Sistema Unico di Segnalazione). Inizia sempre con la lettera S, ma non è la STASI. Possiamo dunque stare tranquilli, siamo in democrazia, non in un regime socialista. O no?
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