I Paesi Bassi premono l’acceleratore sull’eutanasia infantile

Il ministro della Salute presenta un regolamento attuativo per introdurre la morte «volontaria» per i bambini da 1 a 12 anni. Tutti gli altri ce l’hanno già

Ernst Kuipers

Ernst Kuipers, ministro della Salute dei Paesi Basssi

Ernst Kuipers, del partito Democraten 66 (D66), ministro della Salute dei Paesi Bassi, vuole introdurre la possibilità di eutanasia anche per i bambini di età compresa fra uno e 12 anni, qualora essi soffrano «in modo insopportabile e senza speranza». Lo ha scritto nella bozza di un regolamento, denominato L1-12, che ha inviato alla Camera dei deputati per averne il parere in relazione alle «parti rilevanti».

La richiesta di ottenere un regolamento attuativo, e non una modifica alla legge sull’eutanasia in vigore nel Paese, proverrebbe dalle associazioni dei pediatri neerlandesi, preoccupati che un intervento del parlamento sulla normativa esistente possa polarizzare il dibattito e creare lungaggini all’iter legislativo, laddove i medici ravvisano invece necessità di urgenza per un gruppo di bambini, pare di numero molto ristretto, che soffrono da tempo senza speranza di guarigione e a loro dire senza cure palliative efficaci.

La legge vigente nei Paesi Bassi permette attualmente l’accesso all’eutanasia per le persone maggiori di 12 anni, qualora cioè sussistano i cosiddetti «presupposti di autodeterminazione e competenza». Per i bambini di età inferiore a un anno, si applica invece il Protocollo di Groningen, approvato nel 2005, redatto da un gruppo di pediatri di concerto con i ministeri della Salute, del Welfare e dello Sport e della Giustizia e Sicurezza.

Basandosi su tale protocollo, ora il ministro Kuipers vorrebbe applicare le medesime linee guida anche nei casi dei bambini da 12 mesi a 12 anni, con sette «criteri di diligenza» che dovrebbero essere rispettati.

Il protocollo potrebbe essere applicato qualora siano soddisfatte le questioni seguenti. «Il medico deve essere convinto, sulla base di “intuizioni mediche prevalenti, che il bambino soffra in modo disperato e insopportabile”, ottenendo anche un secondo parere da un esperto indipendente. Il medico deve anche credere che non vi sia altra opzione per alleviare la sofferenza del bambino. 

Il medico deve condividere “completamente” la diagnosi e la prognosi con entrambi i genitori e discuterne con il bambino in “modo appropriato alla comprensione del bambino”. Questa discussione deve includere il fatto che “la fine della vita sia l’unica possibilità ragionevole per rimuovere la sofferenza”. Il dottore non deve avere sospetti che l’eutanasia avvenga contro la volontà del bambino. Entrambi i genitori debbono acconsentire. Infine, l’eutanasia deve essere effettuata attraverso “cure mediche”».

La preoccupazione del professor Theo Boer, neerlandese, docente di Etica sanitaria, prima sostenitore ma alla prova dei fatti divenuto fiero oppositore dell’eutanasia, intervistato da «iFamNews» già nell’ottobre 2021, assume ora contorni estremamente realistici e angoscianti.

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