Last updated on Novembre 3rd, 2021 at 04:09 am
Il «Ddl Zan» è acqua passata e per un po’ la libertà è salva. Ma la questione sollevata dal disegno di legge che porta il nome dell’on. Alessandro Zan, del Partito Democratico, è grave. È una questione squisitamente italiana tanto quanto è perfettamente internazionale.
Tale disegno di legge, infatti, è stato sempre presentato in lungo e in largo dai suoi propositori politici e difensori culturali come una protezione da offrire a persone che altrimenti sono discriminate, vessate e pure fatte oggetto di violenza. Una proposta così, quindi, interroga le coscienze direttamente e nel profondo. Si può, cioè, osteggiare l’ideologia gender ed LGBT+, come fa costantemente per esempio «iFamNews» assieme a molti altri, ma rimanere indifferenti alla discriminazione, alla vessazione e alla violenza contro le persone?
La domanda è ovviamente retorica. No, non si può. Avversare una ideologia non significa affatto avallare la discriminazione, la vessazione e la violenza eventuali contro chi se ne fa promotore.
Ora tutto ciò interroga tutti, e fra costoro interroga anche i credenti. Non scriverò qui che interroga specialmente i credenti semplicemente perché non è vero, ma è evidente che chi sia credente, desumendo una determinata antropologia dalla propria ragione anche illuminata dalla fede, non resta per nulla indifferente a questo dilemma serio: poiché quella sua antropologia è di bene.
Insomma, se l’«omo/transfobia» esiste, va combattuta, e pure i fedeli di religione cattolica debbono farlo. Ovvero possono i cattolici coerentemente opporsi all’approvazione di leggi anti-omo/transfobia come il «Ddl Zan» ha preteso di essere? Perché se il «Ddl Zan» mirava a riparare ai torti dell’«omo/transfobia», opporsi a esso significa approvare l’«omo/transfobia» e tutte le sue derive, cosa che invece nessuno, in specie un cattolico, può fare. A maggior ragione un uomo politico cattolico che deve votare e agire in questi frangenti.
Nel dubbio, l’organizzazione «Pro Vita & Famiglia» ha domandato parere alla Congregazione per la dottrina della fede quando l’ipotesi «Ddl Zan» era ancora in essere, il 10 luglio. E il cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer, prefetto di detta Congregazione per la dottrina della fede, ha risposto con una lettera datata 1° ottobre in cui si legge che la risposta è «nel Magistero ecclesiale al riguardo. Ad es. nell’Esortazione apostolica post-sinodale Amoris Laetitia di Papa Francesco, al n. 56, vi è una chiara riprovazione dell’ideologia del gender, sulla quale il Santo Padre è ritornato in numerosi altri interventi (cf. Discorso ai partecipanti all’Assemblea generale dei membri della Pontificia Accademia per la Vita, 5 ottobre 2017; Discorso all’incontro con i Vescovi Polacchi, 27 luglio 2016; Discorso ai partecipanti dell’incontro promosso dalle Équipes de Notre-Dame, 10 settembre 2015; Udienza Generale del 15 aprile 2015; Discorso durante l’incontro con sacerdoti, religiosi, religiose, seminaristi e agenti di pastorale durante il viaggio apostolico in Georgia e Azerbaijan, 1 ottobre 2016)».
Quanto poi «al comportamento dei fedeli e dei politici cattolici davanti a progetti di legge simili» al «Ddl Zan», oltre «alla Nota dottrinale di questa Congregazione circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica, sarà senz’altro istruttivo riprendere quanto riassunto nei numeri 73 e 74 della Lettera Enciclica Evangelium vitae di San Giovanni Paolo II».
Riassunto: ideologia gender bocciata su tutti fronti, dovere morale dei cattolici, come di chiunque abbia a cuore la libertà e la verità, di opporsi al «Ddl Zan» e a ogni altro analogo progetto di legge compaia ovunque nel mondo.
Sì, in Italia il «Ddl Zan» è adesso acqua passata e per un po’ la libertà è salva, ma bisogna restare preparati. Riferire della risposta autorevole della Congregazione per la dottrina della fede oggi serve del resto almeno tre scopi.
Riparare un poco al totale silenzio stampa, anche fra i cattolici, su questa risposta decisiva. Fugare ogni dubbio a chiunque, compresi i cattolici che si sono schierati a favore del liberticida «Ddl Zan», mostrando come la Congregazione ripeta e reiteri un magistero costante e immutato valevole per tutti sempre. E fornire materiali indispensabili a chiunque nel mondo, oggi o domani, si ritrovi alle prese con suggestioni legislative simili. Perché il sugo di tutta la storia è che il «Ddl Zan» e analoghi dicono di combattere discriminazione, vessazione e violenza verso alcuni, ma in realtà imbavagliano e basta. Altrimenti la Congregazione avrebbe risposto l’opposto di quanto ha invece scritto.