Il re è nudo, e questa volta non lo dice un bambino, bensì l’uomo più ricco del mondo: Elon Musk, patron di Tesla, SpaceX e Neuralink. In totale contrasto con la narrazione dell’Agenda 2030 sul cosiddetto «sviluppo sostenibile» e con il World Economic Forum (WEF) di Davos, Musk ha dice cose che non sono solo vere, ma che sono addirittura evidenti a chi studia l’argomento.
Anzitutto, il problema demografico è esattamente l’opposto di quanto dicono i media. Non è vero che avere figli rechi danno per l’ambiente. Il problema vero è infatti la denatalità. Il mondo sta vivendo un crollo dei tassi di natalità oramai generalizzato, ma a partire proprio dai Paesi sviluppati. I demografi sanno benissimo che le popolazioni stanno invecchiando e gli economisti sanno che il mancato ricambio generazionale sta già creando problemi seri di sostenibilità dei conti pubblici, e questo per l’incremento delle spese sanitarie, previdenziali e assistenziali che si scaricano su una popolazione in età lavorativa in costante contrazione. Ciò pone ovvi problemi di tenuta e di produttività, e va a compromettere anche la crescita dei sistemi economici. Ora, Musk afferma giustamente invece che «avere figli è essenziale per conservare la civiltà. Non possiamo permettere che la civiltà svanisca nel nulla».
Il milionario aggiunge inoltre che, «contrariamente a quanto molti pensano, più uno è ricco, meno ha figli», glossando «io sono una rara eccezione».
Gli studi dimostrano come il trend della denatalità non sia iniziato per motivi di carattere economico-finanziario. Anche nelle fasi molto positive del ciclo economico, la natalità nei Paesi occidentali, e comunque sviluppati, non si è infatti mai ripresa. Ciò significa che la natalità dipende da fattori culturali: si pensi, per esempio, alle leggi ostili alla famiglia e alla vita introdotte dalla maggior parte dei Paesi sviluppati negli ultimi 50 anni. È chiaro come siano questi i fattori che hanno fatto collassare il tasso di natalità, il quale poi, a propria volta, provoca, questo sì, le crisi economiche, giacché viene meno la porzione produttiva della popolazione, ovvero le generazioni giovani.
E Musk osserva in particolare, e gravemente, come l’Italia, proseguendo di questo passo, sia destinata a scomparire. Chissà, forse è per questo suo essere in controtendenza rispetto alla cattiva vulgata dominante che Musk non viene invitato al Forum di Davos e che le sue aziende non sono tra i partner del WEF? Del resto Bill Gates, il magnate del web, sta vendendo le azioni di Tesla al ribasso, laddove Tesla non è titolo inserito nel paniere di quelli ritenuti sostenibili (ESG) dalla Standard&Poor’s. E assai curiosamente poiché produce, lo sanno tutti, auto elettriche.
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