Last updated on aprile 14th, 2020 at 10:10 am
Protagonista di varie leggende, segno di protezione dei Cavalieri Templari, simbolo di purezza, il Giglio bianco (Lilium candidum o Lilium longiflorum) è spesso chiamato Giglio di Pasqua e per la sua bellezza è utilizzato per decorare ed abbellire le nostre case, soprattutto in questo periodo. Il lilium, originario dell’Oriente, è un genere di fiore di cui si conoscono 40 specie. Il più famoso è il Lilium candidum, che, nel linguaggio comune è detto giglio o anche «giglio di Sant’Antonio», fiore bianco rappresentato insieme a questo santo in moltissimi dipinti. Originario del Mediterraneo dove è stato coltivato per circa 3.500 anni, il Giglio è stato adottato dalla chiesa paleocristiana come emblema di purezza e si ritiene che sia stato portato sulle nostre coste dai crociati.
Nel corso degli anni sono nate molte leggende legate alla sua origine.
Alcune dicono che i gigli siano nati dalle lacrime di rimorso di Eva mentre
lasciava il Giardino dell’Eden, altre che siano comparsi sulla tomba della
Madonna tre giorni dopo la sua morte. Non c’è da meravigliarsi, quindi, che a
volte venga chiamato il «Giglio della Madonna». Nelle rappresentazioni dell’Annunciazione
compare il giglio bianco, simbolo di purezza, spesso offerto dall’Angelo a
Maria. Nel mondo cristiano anglosassone vengono anche chiamati «White-Robed
Apostles of Hope», «apostoli della speranza vestiti di bianco», e
forse a qualcosa del genere pensava Dante, quando, nel Canto XXIX del
Purgatorio, assiste a una processione dove i 24 libri dell’Antico Testamento
sfilano vestiti di bianco e adornati di gigli bianchi.
Riconosciuto ovunque come simbolo di speranza, purezza e rinascita, ma anche,
come nelle rappresentazioni medievali a tre petali, simbolo di fede, speranza e
carità, è considerato il fiore per eccellenza della sacra festa di Pasqua.
La leggenda legata alla santa Pasqua racconta che i bellissimi gigli bianchi furono trovati crescere nel giardino del Getsemani, dove Gesù si trovava, quando, raggiunto da quel gruppo di persone che voleva catturarlo, gli si avvicinò Giuda, che, con un bacio, lo tradì. Allora dalle gocce di sudore e dalle lacrime di Cristo che caddero a terra nelle sue ultime ore di dolore e angoscia nacquero i gigli bianchi. Dal dolore e dall’angoscia nasce un simbolo di speranza e di rinascita.
Mentre commemoriamo la resurrezione di Gesù Cristo la domenica di Pasqua, le nostre chiese sono piene di mazzi di questi splendidi e profumati Apostoli della speranza vestiti di bianco; splendenti e, allo stesso tempo, regali, i gigli bianchi commemorano la resurrezione e la speranza della vita eterna.
Per gentile concessione del sito Mammaoca