Last updated on Giugno 14th, 2021 at 07:49 am
Non è un caso che il male peggiore del mondo in cui sguazziamo preferisca dilaniare i più piccoli: i bambini ancora nel ventre delle proprie mamme con l’aborto, i bambini sopravvissuti all’olocausto silenzioso attraverso la pedofilia e la pedopornografia. Non, non è affatto un caso.
Accade perché i bambini sono l’essenza stessa dell’innocenza. Sono l’uomo prima che il cinismo, la noia, l’abitudine lo divorino. Sono l’uomo come dovrebbe essere sempre. Sono l’uomo che non dovremmo stancarci di guardare mai.
Si con-muovono i sentimenti, ma non è tutto sentimentalismo. Davanti alla strage permanente degli innocenti servono spada e scudo: la battaglia è iniziata da tempo e non finirà che all’ultimo giorno, una battaglia contro carne e sangue, una battaglia non solo contro carne e sangue.
Il male odia la purezza, quindi assale l’innocenza. È un’aggressione fisica, certo, ma assieme filosofica. L’innocenza dei fanciulli è l’antitesi del male fine a se stesso.
Siamo oggi nel pieno della 25° Giornata dei bambini vittime della violenza, dello sfruttamento e dell’indifferenza. Sì, perché quest’anno è una giornata lunga una settimana, dal 25 aprile al 2 maggio. Perché il tempo trascorso a riflettere su questa piaga non è mai abbastanza, perché il tempo per l’indignazione non è mai a sufficienza, perché la battaglia enorme fra innocenza e male chiede tempo, vuole tempo, ha fame di tempo per vincere la giornata.
Le pagine di “iFamNews” ospitano volentieri sempre le denunce, gli appelli, le chiamate a raccolta di chi, come don Fortunato Di Noto, combatte questa battaglia che sembra impari, senza risparmiarsi, dandosi completamente per proteggere il piccolo giglio di innocenza che sono i bambini non-nati e nati.
Per parte nostra vorremmo che questa giornata non finisse mai. Vorremmo che l’ora della difesa fosse sempre, perché non vi è cosa più importante al mondo dell’innocenza. L’innocenza salverà il mondo. Per un solo innocente verrà risparmiato il genere umano intero.
Iam redit et Virgo, redeunt Saturnia regna,
Publio Virgilio Marone (70-19 a.C.), Egloga IV, vv. 6-10
iam nova progenies caelo demittitur alto.
Tu modo nascenti puero, quo ferrea primum
desinet ac toto surget gens aurea mundo,
casta fave Lucina: tuus iam regnat Apollo.
La Vergine già torna, tornano i regni di Saturno: una nuova stirpe già scende dall’alto dei cieli. Tu, pura Lucina, guarda propizia a colui che nascerà, colui per mezzo del quale, per la prima volta, cesserà l’era delle guerre e sorgerà l’età dell’oro: il tuo Apollo già siede sul trono.
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