Fuori, dentro, fuori: la farsa dell’olio di cannabidiolo

Teatro o balletto, il CBD è stato reintrodotto nel libero mercato, a favore del commercio e a danno di tutto il resto

Operaia al lavoro in un laboratorio che tratta piante di canapa

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Last updated on Gennaio 5th, 2021 at 07:29 am

Non si è fatto quasi in tempo a esprimere una pur pacata soddisfazione per l’intervento del ministero della Salute, che iscriveva l’olio di cannabidiolo nelle tabelle degli stupefacenti, vietandone così la vendita, che il medesimo ministero ha fatto marcia indietro e ha reintegrato tale sostanza nel libero mercato. Il decreto è stato firmato il 28 ottobre e pubblicato da poco in Gazzetta Ufficiale, laddove l’entrata in vigore del decreto precedente era prevista per il 30 ottobre.

Agrinsieme, il coordinamento che rappresenta alcune delle principali associazioni agricole (Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari), esprime soddisfazione perché lo stop della libera vendita avrebbe provocato danni economici consistenti all’intero settore.

Danni economici, esattamente.

Dei danni derivanti invece da una marcia sempre più serrata verso la liberalizzazione della cosiddetta cannabis light, nonostante il buon senso e nonostante la legge, pare non importi a nessuno.

”iFamNews”, invece continua a sostenere che sia necessario opporvisi strenuamente e continuerà a farlo, con le armi dell’informazione e della libertà di espressione.

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