Guai a chiamarle «mamme», pena passare sotto la scure del mainstream progressista. Per scampare il pericolo nel Regno Unito ci si è organizzati con un’espressione sostitutiva che suscita come minimo qualche perplessità, ovvero «persona post-natale». Un tentativo estremo e ridicolo di stravolgere il linguaggio per adeguarlo alla comunicazione dell’ideologia gender.
Ma cose così non accadono soltanto in Gran Bretagna. Anche la Francia contribuisce alla rivoluzione linguistica gender-fluid e, con la scusa dell’inclusività, il 29 maggio ha celebrato in diverse scuole la cosiddetta «Festa delle persone che amiamo» al posto della «Festa della mamma» per accontentare le coppie omosessuali. Come riporta il quotidiano Le Parisien, l’idea brillante sarebbe nata a Voisins-le-Bretonneaux da una coppia gay, Rodrigo e il suo compagno, “genitori” di una bambina.
I due avrebbero avuto l’ardire di scrivere niente meno che una lettera indignata al sindaco, chiedendo la cancellazione esplicita della (parole testuali) «insopportabile» «Festa della mamma» dalla scuola frequentata dalla “loro” bambina, perché considerata uno stigma sociale nei loro confronti. E il tutto per evitare «ogni sofferenza ai bambini e situazioni imbarazzanti agli insegnanti», e in nome delle «diversità familiari».
Epperò la “figlia” di Rodrigo e del suo compagno una madre, vera, ce l’ha. Quindi? Ebbene, dopo un rifiuto iniziale, alla fine le autorità scolastiche hanno ceduto, ribattezzando appunto l’evento «Festa delle persone che amiamo».
Incredibili le dichiarazioni del sindaco di Voisins-le-Bretonneaux, Alexandra Rosetti: «Non avevo mai pensato a questa problematica. Servono i genitori per suonare il campanello d’allarme, affinché la società sia in sintonia con la nostra epoca».
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