Francia pericolosa sul «separatismo»

Tornano nel vivo i lavori sulla famosa legge francese contro il cosiddetto «separatismo»

Bandiera francese stilizzata

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Last updated on aprile 21st, 2021 at 06:20 am

La legge francese denominata dapprima «sul separatismo» e successivamente «per il rafforzamento dei princìpi della Repubblica», adottata il 16 febbraio con «voto solenne» dall’Assemblea nazionale e oggi in esame al Senato, entra più che mai nel vivo, in attesa di divenire legge fondante della Republique.

Una commissione apposita deve occuparsene, dopo la lunga serie di audizioni di personalità politiche e religiose che si sono succedute, per giungere poi alle sessioni pubbliche senatoriali, con inizio il 30 marzo e conclusione prevista per l’8 aprile.

“iFamNews” ha assunto l’impegno di seguire passo dopo passo la questione, sia per la passione nei confronti d’Oltralpe di chi scrive sia perché non è possibile ignorare ciò che sta accadendo “a due passi da casa”, soprattutto in un Paese tanto influente sullo scenario europeo e addirittura a pochi attimi (dice la storia) dalle elezioni presidenziali del 2022.

Specialmente, occorre ammetterlo, se il tema è quello della libertà religiosa. E della libertà di educazione.

Ma cosa sta accadendo, quindi?

Una legge considerata indispensabile e fondamentale, imprescindibile per arginare eventuali e terribili derive del radicalismo (islamico, per esempio, ma non necessariamente il solo), sta per trovare il proprio posto a Parigi e altrove. Sull’onda del contrasto al fondamentalismo e al terrorismo, uno Stato europeo deve e vuole correre ai ripari.

Non tutto, però, fila liscio, e se al minimo le accuse di islamofobia sono all’uscio, altrettanto rapidamente altre questioni bussano alla porta.

La libertà religiosa tutta è in gioco, come hanno evidenziato le riflessioni di alcuni studiosi e financo del Consiglio di Stato, sottolineando fra l’altro come l’intervento della sola autorità amministrativa, senza “giusto processo”, non sia sufficiente per esempio per sciogliere un’associazione religiosa considerata “discriminatoria” nei confronti di qualcuno.

Oppure, l’educazione parentale, l’homeschooling e tutto quanto vi si riferisca, in termini di libertà educativa e di libera scelta (assolutamente responsabile) della famiglia.

Perché il sospetto che si punti a gettare il bambino con l’acqua sporca non è affatto peregrino, e a farne le spese rischiano di essere associazioni o Chiese marginali, piccole, senza né denari né potere. Qualora, per esempio, fosse richiesta per legge la traduzione in lingua francese di ogni singolo sermone, come potrebbero cavarsela confessioni minuscole, di lingua marginale e minoritaria?

Resta da vedere cosa succederà nelle prossime settimane, in un Paese che come il resto del mondo tenta strenuamente di scampare dalle restrizioni imposte dall’epidemia di CoVid-19, in tensione come si accennava per via delle elezioni presidenziali dell’anno venturo, alle prese fra l’altro con leggi di importanza capitale per la vita e per la famiglia.

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