Giovedì 24 giugno, come previsto, in terza lettura il Senato della Repubblica francese ha respinto il progetto di legge sulla bioetica, già sottoposto a numerosi emendamenti e approvato invece dall’Assemblea Nazionale di Palais Bourbon.
Lo ha respinto adottando una questione pregiudiziale ed evitando così di esaminare nuovamente tutti gli articoli del testo, che ritornerà ora all’Assemblea per un ultimo, definitivo passaggio e che sarà prevedibilmente accettato, nonostante le due Camere del parlamento transalpino non abbiano raggiunto alcun accordo. L’ultima parola, però, spetta all’Assemblea e questa certamente non se la farà togliere.
Per la verità anche il Senato, a maggioranza di centro-destra, è diviso su alcuni punti del progetto di legge, specialmente per quanto riguarda la procreazione medicalmente assistita (PMA) per tutte le donne, single e omosessuali incluse, considerata a ragione da alcuni il cavallo di Troia che porterà in Francia la gestazione per altri (GPA), cioè la «maternità surrogata» o «utero in affitto» che dir si voglia.
«La PMA pour toutes les femmes était un engagement du président de la République», ha affermato Adrien Taquet, di La République en Marche (LREM), il partito del presidente, e segretario di Stato per l’Infanzia e la famiglia, sottolineando così l’impegno ricordato più volte di Emmanuel Macron su questo fronte, fin dalla campagna elettorale che l’ha portato all’Eliseo nel 2017. Ha promesso, e vuole mantenere la parola.
Novello Roi Soleil, novello Napoleone, Monsieur le Président vuole comanda e può, per il momento, benché preoccupato per le elezioni presidenziali previste per l’anno prossimo.
A proposito della PMA, ha l’appoggio dei compagni di partito, ma anche del senatore Bernard Jomier, di area Socialista, che pure ha deplorato che questa parte della normativa fosse ricompresa nella legge sulla bioetica, poiché ha finito per «eclissare altre questioni importanti». Ha l’appoggio della senatrice Laurence Cohen, del Partito Comunista Francese, che ha affermato che «il campo dei progressisti ha vinto contro quello dei retrogradi». E ha l’appoggio anche di parte della Destra, per esempio di Alain Milon, docente universitario, filosofo e senatore del partito Les Républicains (LR), personalmente favorevole per altro, e per l’appunto, anche alla «maternità surrogata».
Profondamente diversa, fin da principio, la posizione di Bruno Retailleau, presidente del gruppo LR al Senato, e di Catherine Deroche, presidente del Comitato affari sociali del partito, che ribadiscono la necessità per ogni bambino di avere almeno potenzialmente una mamma e un papà, pur nel pieno e assoluto rispetto delle famiglie monoparentali, e temono che la PMA porti poi alla legalizzazione «presto, della maternità surrogata».
Monsieur le Président ha scelto il campo di gioco e per ora tiene in mano il pallone, bisognerà però che faccia i conti con un elettorato variegato, che non è solo quello dei vernissage parigini e che ha già dimostrato aperto dissenso nelle strade e nelle piazze.
La partita si giocherà su più fronti e non si riesce a credere che possano, le donne libere e liberate di Francia, accettare l’idea di una pratica tanto violenta contro il proprio sesso.
È possibile leggere a questo link quanto pubblicato nel tempo da «iFamNews» per ricapitolare l’iter legislativo della loi bioéthique francese, durato quasi due anni.