Forza!, la battaglia per la scuola paritaria non è mica finita

Raddoppiato il fondo, non siamo ancora arrivati in fondo. Ecco il molto che c’è ancora da fare

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Last updated on Luglio 30th, 2020 at 04:02 am

La Commissione bilancio della Camera dei deputati ha raddoppiato il fondo per le scuole paritarie, che da 150 milioni (all’inizio erano 65) passa a 300 milioni. Smobilitazione? Nemmeno per sogno.

Mi sono consultato con il comandante, suor Anna Monia Alfieri, che da settimane sta guidando tutte le persone di buona volontà in una sacrosanta battaglia di libertà per rimettere al centro di tutto la famiglia, l’educazione e i nostri sudatissimi soldi, e sì, pure divinare quale sia, dopo tutto, la natura di questo Paese sempre più alla deriva da tutti i punti di vista in cui la normalità è diventata utopia, l’evidenza non si riesce più nemmeno a spiegarla, gran parte della Sinistra fu cloro-al-clero che un tempo abbaiava ai preti, ai “ricchi” e alla Luna sostiene oggi lucidamente le regioni della scuola paritaria, ovvero della scuola che permette di essere “moderni” e di far risparmiare allo Stato dissanguato fior di quattrini, salvo una pattuglia di ideologi di dura cervice che, come il proverbiale giapponese sperduto nell’isola del Pacifico, si ostina da sola a proseguire una guerra che non c’è più. Siccome quella pattuglia d’ideologi muove diverse leve della locomotiva, moltissimo resta ancora da fare. Per esempio questo.

1. È necessario che il parlamento approvi l’emendamento sulla detraibilità integrale del costo delle rette versate dalle famiglie alle scuole pubbliche paritarie nei mesi di sospensione della didattica a causa del CoViD-19, fissando il tetto a €5.500, cioè il costo standard di sostenibilità per singolo allievo. Solo così si potrà infatti dire che anni di discriminazione subita dai genitori, dagli alunni e dai docenti delle paritarie sono fortunatamente solo un triste ricordo.

2. Regioni, Province e Comuni debbono agire a supporto di questo attraverso 2.1.) l’esonero dal pagamento dei tributi locali per il 2020 a causa dell’emergenza imposta dalla pandemia (fortunatamente alcuni Comuni virtuosi si sono già adoperati in tale senso) e 2.2.) il finanziamento della didattica a distanza e delle pulizie straordinarie per il comparto 0-6 anni.

3. Si debbono siglare, a livello locale, “Patti di comunità” con le scuole paritarie, utilizzando le 40.749 sedi scolastiche statali e le 12.564 sedi non statali per consentire agli 8.466.064 studenti italiani di ritornare in classe in sicurezza. Alle famiglie va riconosciuta una quota capitaria pari al costo standard di sostenibilità per allievo, consentendo alle famiglie la libera scelta della scuola. Il costo standard di sostenibilità va modulato a seconda degli ordini scolastici e varia da €3.500 per la scuola dell’infanzia a €5.800 per la scuola secondaria di secondo grado, con una media di €5.500 euro. Perché il vangelo di questa battaglia resta infallibile, indefettibile e inalterabile: non è lo Stato che lubricamente si concede alle voglie di una piazza mugghiante e che, per lucrare qualche voto, permette alla famiglia di esistere attraverso un regaluccio o due, ma la famiglia che deve riconquistare la propria no-flight zone oggi e per sempre. Non chiede, la famiglia, di ricevere soldi per finanziare i propri capricci: la famiglia esige prima la restituzione di un maltolto, quindi di non pagare mai più per servizi di cui non gode, dunque di poter disporre sovranamente del denaro che ha guadagnato con il sudore della propria fronte per investire serenamente sul futuro di questo Paese, offrendo ai propri figli l’educazione che ritiene migliore, e facendo risparmiare al “sistema Italia” così tanto da dover essere ringraziata come prima cosa ogni alba invece di essere svillaneggiata ogni tramonto.

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