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Emilia-Romagna al voto, la posta in gioco

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Emilia-Romagna al voto, la posta in gioco

Vinca chi ha il programma migliore su vita e famiglia. Ma comunque resta ancora tanto da fare

Simone Fausti di Simone Fausti
24/01/2020
in Politica
317
Reading Time: 5 mins read
0
Emilia-Romagna al voto, la posta in gioco

Stefano Bonaccini e Lucia Borgonzoni

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Last updated on Febbraio 17th, 2020 at 04:18 am

Domenica 26 gennaio i cittadini dell’Emilia Romagna si recheranno alle urne per rinnovare l’assemblea legislativa e il presidente della regione. Queste elezioni hanno assunto una particolare rilevanza per diversi motivi: sul fronte politico locale, per la prima volta dal 1970 in Emilia Romagna, regione rossa per eccellenza, la coalizione di centro destra guidata dalla candidata bolognese Lucia Borgonzoni sembra avere una chance concreta per vincere contro la coalizione di centro sinistra guidata dal presidente uscente, Stefano Bonaccini. Gli ultimi sondaggi ufficiali parlavano di un testa a testa. A livello nazionale invece, la caduta di questa regione nella mani del partito di Matteo Salvini rischia di mettere in difficoltà la tenuta del governo centrale a guida Movimento Cinque Stelle (M5S) e Partito Democratico (PD).

Ma esistono altri motivi per cui tenere d’occhio queste elezioni e riguardano ciò che c’è in gioco sul fronte della famiglia e della vita. “IFamNews” ha cercato di riassumere le posizioni dei due candidati principali, Bonaccini e Borgonzoni, su questi temi.

Il caso degli affidi di Bibbiano

L’Emilia Romagna è la regione in cui si trova il comune di Bibbiano, al centro delle indagini sui finti abusi e sulla rete che gestiva gli affidi forzati di minori i quali venivano pretestuosamente allontanati dalle famiglie d’origine. Una vicenda raccontata nei minimi dettagli sulle pagine dei giornali. Dal momento che tale questione è ancora aperta, “IFamNews” si è interrogata su quali fossero gli eventuali provvedimenti che i due principali candidati alle elezioni prenderebbero per evitare che possa ricapitare un fatto simile. Spulciando i programmi elettorali dei due principali candidati questo è quello che abbiamo trovato in merito:

‒ La Borgonzoni affronta apertamente il problema e nel programma elettorale propone la riorganizzazione completa del sistema delle case famiglia per l’affido dei minori insieme all’introduzione di una serie di controlli attraverso videoregistrazione dei colloqui e delle audizioni dei minori. Uno degli argomenti più discussi infatti durante le indagini è proprio la fabbricazione di ricordi di abusi indotti ai bambini da parte degli psicologi e degli assistenti sociali. Tuttavia, aldilà di questo aspetto, manca una visione più approfondita su come ripensare una sistema che ha mostrato di essere corrotto fino al midollo.

‒ Il programma di Bonaccini non fa invece il minimo riferimento al sistema degli affidi di Bibbiano, preferendo dare particolare risalto all’idea di rendere l’asilo nido gratuito senza più liste d’attesa per realizzare «un servizio educativo che sia porta d’ingresso per tutti i più piccoli in una società più coesa e più giusta». Viene naturale domandarsi quali siano i criteri per la realizzazione di una società più giusta visto che non è la prima volta che in Emilia Romagna viene scoperto una scandalo sugli affidi.

La questione dei punti nascita

Negli anni scorsi la giunta a guida PD che governa l’Emilia-Romagna ha chiuso alcuni punti nascita nell’Appennino perché non rientravano negli standard previsti dalla legge che prevede che tali luoghi debbano realizzare almeno 1000 parti all’anno, 500 se in determinate condizioni geografiche. Alcune di queste strutture sono state dunque costrette a chiudere lasciando alcune partorienti in difficoltà poiché non in grado di raggiungere in tempo l’ospedale cittadino dalla montagna. Alcune mamme sono state costrette a partorire in strada.

Il PD emiliano-romagnolo ha sempre difeso questa scelta finché qualche settimana fa Bonaccini ha affermato la volontà di riaprirli, in coincidenza dunque con la fase più calda della campagna elettorale e per questo è stato definito un opportunista. Sebbene nel suo programma non si faccia riferimento nemmeno a tale questione, il candidato di Centro-sinistra ha ribadito che c’è un’intesa con il governo centrale che ora rende possibile la riapertura e dunque che è una semplice casualità che sia stato annunciato a ridosso delle elezioni.

Di contro la Borgonzoni fa esplicito riferimento al problema dei punti nascita in montagna nel suo programma affermando che la chiusura di questi luoghi scoraggia chi desidera trasferirsi sull’Appennino, non trovano più i servizi necessari. Per la candidata della Lega, la soluzione è riattivarli andando a intervenire sulle problematiche che hanno spinto il PD a chiuderli, come la turnazione dei medici, le guardie ginecologiche e la disponibilità di materiale professionale per il parto.

Test prenatale sul DNA gratis

Un tema assente dalle agende elettorali di entrambi i candidati, ma che continuerà a far discutere in futuro. Lo scorso mese è stato infatti annunciato l’avvio di una fase pilota di 9 mesi durante la quale verrà erogato gratuitamente  il Nipt test nella provincia di Bologna con l’obiettivo di estenderlo a tutta la regione. Si tratta di uno screening prenatale non invasivo con cui, tramite il prelievo di sangue della madre, si è in grado di valutare la presenza di alcune trisomie nel bambino tra cui la sindrome di Down, con grado di certezza che si avvicina al 100%. L’obiettivo è ridurre il ricorso all’amniocentesi, un test invasivo che comporta una percentuale di rischio di aborto seppur bassa.

Questo tema è più sottile perché tutti sono d’accordo sull’utilità di uno screening non invasivo rispetto a un test invasivo. Il problema è la finalità con cui lo si fa. Nessuno dei due candidati è stato interpellato in maniera specifica sull’altra faccia della medaglia di questo screening, cioè la possibilità che tale esame venga effettuato con l’obiettivo di capire se il feto ha una malformazione genetica e dunque procedere più velocemente all’aborto. Un tema che tuttavia dovrebbe interessare i candidati nella misura in cui sottintende una posizione antropologica chiara: tale strumento scientifico è al servizio della salvaguardia della vita dei più deboli oppure è uno strumento eugenetico? Una domanda inevitabile innanzitutto per il promotore, Bonaccini, che nel suo programma elettorale afferma che in generale «il nostro obiettivo è riconoscere la diversità, l’irriducibilità e la molteplicità delle differenze, contrastare ogni forma di discriminazione».

Tags: Abortodiagnosi prenatale
Simone Fausti

Simone Fausti

Simone Fausti, monzese, è laureato in Scienze Politiche e Sociali all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e specializzato in Relazioni Internazionali. Collabora con diverse testate locali (Il Giornale di Monza, Bresciaoggi) e online (Youtrend). Lo appassiona la lettura di G.K. Chesterton e di Raymond Carver.

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