Per ogni irriducibile neomalthusiano che sogna una popolazione mondiale dimezzata, c’è un Elon Musk che auspica una ripresa demografica. Hanno suscitato una certa sorpresa le parole del multimiliardario statunitense di origine sudafricana, eppure i suoi coming out “natalisti” non sono certo una novità. Si è espresso in questi termini ben tre volte: nel giugno 2019, poi nel luglio 2021 e, infine, in dicembre, dopo essere stato proclamato personaggio dell’anno dalla rivista Time.
«Se non ci sono abbastanza persone per la Terra, allora sicuramente non ce ne saranno abbastanza per Marte», scrive Musk in un tweet, ben visibile ai suoi oltre 70 milioni di followers.
Disputa a colpi di tweet
Musk si è persino detto d’accordo con il versetto del libro della Genesi «Siate fecondi e moltiplicatevi» (Gn 1, 28). Un suo follower ha provato però a contraddirlo con argomenti neomalthusiani diventati ormai luogo comune: «Perché continuare a popolare il pianeta se abbiamo ancora quasi un miliardo di persone in povertà e centinaia di milioni di persone che soffrono la fame?». Al che il miliardario ha replicato, citando un articolo dele’mittente televisiva britannica di Stato BBC e un altro di NPR. Il primo servizio, datato luglio 2020, mostra un grafico che conferma il calo del tasso di fertilità a livello globale: se nel 2017 i nati vivi per donna sono stati 2,5, qualora la tendenza rimanesse costante, lo stesso tasso crollerà a 1,75 entro il 20150 e a 1,5 entro il 2100.
Fonti insospettabili
«I ricercatori si aspettano che il numero di persone sul pianeta raggiunga il picco di 9,7 miliardi intorno al 2064, per poi scendere a 8,8 miliardi entro la fine del secolo», afferma il servizio della BBC, menzionando esplicitamente l’Italia e il Giappone tra i paesi la cui popolazione è destinata a dimezzarsi entro la fine del secolo. Stessa tendenza al declino ma molto più lenta è prevista per il Regno Unito.
L’articolo di NPR è invece uscito nel maggio 2021 e si sofferma sulla situazione demografica negli Stati Uniti d’America, a quasi un anno e mezzo dall’inizio della pandemia. «Nel 2020, il tasso di natalità negli Stati Uniti è diminuito del 4%, raggiungendo un nuovo minimo storico», si leggeva nel titolo. Secondo quanto misurato nello stesso periodo dal National Center for Health Statistics, il 2020 è stato il sesto anno di seguito che ha visto un calo delle nascite, con una media del -2% annuo. L’ultimo aumento si era verificato nel 2014.
Musk ha quindi esortato a dare il buon esempio, facendo più figli possibile. Lui stesso dalla prima moglie, Justine Wilson, ha avuto sei figli, il primo dei quali è scomparso a sole dieci settimane, colpito dalla sindrome della morte improvvisa del lattante. Un settimo figlio lo ha avuto nel 2020 dall’ultima compagna, la musicista canadese Claire Boucher, in arte «Grimes»: al bambino è stato dato lo stravagantissimo nome di X Æ A-XII (i genitori avrebbero voluto chiamarlo X Æ A-12, ma nemmeno nelle anagrafi ultra-liberal della California sono ammessi nomi alfanumerici…).
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