Last updated on Luglio 8th, 2021 at 05:55 am
«Come unico solvente per la tua disperazione, il sistema ti regala l’eroina col limone». Era il 1980, quando il gruppo musicale di destra Amici del Vento denunciava l’alba di quel «riflusso nel privato» in cui l’impegno politico dei giovani fu terribilmente soppiantato dalle droghe. Sono passati più di quarant’anni, ma questa strofa del brano Patria è ancora di estrema attualità.
Scuola nelle vicinanze
Riecheggia a Dublino, in Irlanda, dove il sito Gript annuncia che sta per sorgere una struttura dedica alle iniezioni di eroina per tossicodipendenti. Gestita dall’associazione per bisognosi Merchants Quay Ireland (MQI), sarà aperta dalle sei del mattino alle nove di sera tutti giorni, sette giorni su sette, e fornirà cabine private in cui i tossicodipendenti potranno iniettarsi eroina nelle vene. La struttura, come riferisce Ript, si trova a 150 metri dalla St. Audoen’s National School, una delle più antiche strutture scolastiche del Paese, dove quotidianamente si recano numerosi piccoli studenti. Secondo una stima citata nell’articolo, quando i bambini arriveranno a scuola, ogni mattina, circa 63 persone avranno già utilizzato le cabine per drogarsi.
La causa legale
La St. Audoen’s però non ci sta. Così ha intentato una causa legale per ribaltare una sentenza del 2019 che concede il permesso di riconvertire un seminterrato in un distributore di eroina. Il consiglio d’amministrazione della scuola fa leva su due fattori: in primo luogo sul fatto che l’autorizzazione non ha tenuto conto dell’impatto psicologico che la presenza di questa struttura davanti a una scuola può avere sui bambini; e poi sul fatto che la decisione sarebbe nulla in quanto non può concedere il permesso a un’attività criminale qual è quella di far iniettare eroina.
Comportamenti antisociali
Alcune aule della scuola si affacciano su un’area in cui, già oggi, si recano abitualmente persone a drogarsi. La nuova struttura consentirà a costoro di farlo in un luogo sicuro e controllato. Ma i vertici della scuola si chiedono dove si recheranno i tossicodipendenti dopo l’iniezione: non esistono piani a tal riguardo, dunque temono che possano riunirsi in un parco di fronte a dove studiano i bambini. Il rischio è che possano aumentare i comportamenti antisociali, di cui i vertici della scuola denunciano già la presenza, soprattutto nei pressi di un Night Cafe gestito da MQI. Dal canto suo l’organizzazione si difende rilevando che una tale struttura vada localizzata laddove si concentra il maggior numero di tossici. E aggiunge che in altre città ne esistono già di simili, senza che ciò comporti problemi rilevanti.
Risposta falsa a un problema vero
Ma non sembrano pensarla così i commercianti del X arrondissement di Parigi, dove nel 2016 il sindaco socialista Anne Hidalgo ha aperto una «stanza del buco» in cui i tossicodipendenti possono assumere droghe. Gli affari, come raccontava a Tempi nel 2018 un ristoratore della zona, sono diminuiti del 40%: i clienti hanno interrotto le frequentazioni a causa dell’insicurezza. Più criminalità dunque, ma c’è anche un discorso di principio, come ricordava sempre a Tempi il deputato francese dell’UMP Yannick Moreau: «Per lavarsi la coscienza il governo fornisce una risposta falsa a un problema vero. Invece che considerare il problema alla radice e adottare politiche ambiziose per spingere le persone dipendenti alla guarigione, cioè a smettere di drogarsi, si accontenta di nascondere queste persone nelle “stanze del buco”, con gran sperpero di denaro pubblico». Com’è che cantavano gli Amici del Vento oltre quarant’anni fa?
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