Anche in Canada, più di preciso nella Nuova Scozia, cresce costantemente il numero di persone transgender che scelgono di modificare l’indicazione del proprio genere sui documenti d’identità: 709 individui, dall’inizio del 2007 al maggio di quest’anno.
Prima del 2015, occorrevano le prove di un intervento chirurgico di “conferma del genere” e la certificazione scritta di due medici per farlo. Dal 2007 fino alla modifica della legislazione nel 2015, 39 persone hanno modificato i propri indicatori di genere, una media di 4,3 persone all’anno. In seguito, molte di più. Per esempio, nel 2016 131 persone hanno cambiato la loro designazione, con una media di 90,4 approvazioni all’anno fino al 2019. Numeri che paiono persino scarsi ai fautori della scelta cosiddetta pro-choice.
Infine, tre anni fa, nel luglio 2019, l’amministrazione provinciale ha riformato una seconda volta il Vital Statistics Act, il requisito per qualsiasi approvazione medica è stato eliminato e il governo ha rinunciato a ogni tassazione amministrativa per la procedura di aggiornamento finalizzata al cambio dei documenti da un sesso all’altro.
Come altrove in Europa, la pretesa individuale e individualistica è più che sufficiente per essere chi si desidera, al di là e oltre ogni ragionevolezza.