Chi volesse sapere in anticipo cosa accadrà quando dovesse venire approvato il «Ddl Zan» può semplicemente guardare a quanto sta accadendo in Scozia.
Un disegno di legge, presentato dal governo di Edimburgo il 23 aprile, introdurrebbe infatti nell’ordinamento giuridico del Paese un nuovo reato penale: quello di incitamento all’odio per motivi di razza, religione, orientamento sessuale e identità di gender.
Ora, i vescovi cattolici scozzesi hanno diramato una nota durissima contro la proposta perché la nuova normativa potrebbe arrivare a criminalizzare persino la Bibbia e il Catechismo, e ogni altro atto pubblico del magistero, imputando ai giudizi morali su questioni relative a sessualità e gender generiche quanto insulse accuse di discriminazione.
I vescovi citano il proprio recente parere dato al governo sulla proposta di revisione del Gender Recognition Act del 2004, in cui hanno ribadito l’insegnamento della Chiesa, cioè che «il sesso e il genere non sono fluidi e mutevoli» e «maschio e femmina sono complementari e ordinati alla generazione di vite nuove». Ma domani queste affermazioni potrebbero «essere percepite da altri come abusi verso la propria personale visione del mondo capaci di suscitare odio», e dunque punibili.
Vogliamo che quanto sta accadendo in Scozia accada anche in Italia?
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