Last updated on marzo 12th, 2020 at 02:53 pm
Lo spauracchio coronavirus si agita freneticamente nella mente degli italiani. Sono i soggetti più vulnerabili quelli che nutrono i timori maggiori. Tra costoro, anche le donne in gravidanza. Partorire in questo periodo, soprattutto nelle zone d’Italia in cui gli ospedali sono sovraccarichi, può rappresentare un motivo di preoccupazione ulteriore. Risultano dunque utili, a tale proposito, le rassicurazioni che il prof. Enrico Ferrazzi, direttore di Ostetricia del Policlinico di Milano, ha diffuso via web nei giorni scorsi.
Il primo consiglio del medico per le gestanti è lavare spesso le mani e indossare le mascherine monouso. Lo stesso consiglio che viene rivolto a tutta la popolazione. La mascherina consente, infatti, di raccogliere le goccioline ‒ veicolo di contagio di eventuali infezioni ‒ e dissuade dal toccarsi bocca e naso con le mani. Il lavaggio delle mani va fatto con gel o acqua calda per almeno 60 secondi e ripetutamente nell’arco della giornata, perché, prosegue Ferrazzi, il coronavirus «sopravvive molto di più sulle superfici rispetto al virus dell’influenza; fino a 72 ore».
I rischi
Ma, al di là dei suggerimenti analoghi a quelli rivolti a qualsiasi altra persona, la domanda che più arrovella le donne in dolce attesa è se si corrano particolari rischi nel contrarre il coronavirus. «Nei rari casi in cui una donna in gravidanza risulti contagiata dal virus e presenti i sintomi, sappiamo che questo virus non attraversa la placenta», risponde Ferrazzi. «Quindi se la mamma è infetta non trasmette il virus al bambino, né durante la gravidanza né durante il parto». Pertanto si consiglia il parto naturale piuttosto che il parto cesareo, «che risulta più a rischio di trasmissione». Il medico rileva, inoltre, che ogni ospedale ha organizzato percorsi separati per le donne con sospetto coronavirus e per le donne con positività comprovata alla patologia onde evitare commistioni con altre partorienti, e per garantire il personale sanitario e l’accompagnatore. C’è poi un altro contributo che fuga la possibile preoccupazione. In una nota ripresa qualche settimana fa da “iFamNews”, il prof. Giuseppe Noia, presidente dell’Associazione Italiana Ginecologi e Ostetrici Cattolici, sottolineava che «dati relativi alla correlazione con malformazioni per passaggio nei primi mesi di gravidanza, non vengono riportati in letteratura».
Dopo la nascita
Il sito web del Policlinico di Milano si è anche premurato di dare suggerimenti alle neomamme a lieto evento avvenuto. Il prof. Fabio Mosca, presidente della Società Italiana di Neonatologia, rassicura con un video sull’allattamento, anche se le opinioni della comunità scientifica, come emerge dal sito dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), non sono univoche sull’argomento. Una mamma positiva al coronavirus, secondo il professore italiano, «può allattare al seno non essendoci il rischio della trasmissione con il latte materno, analogamente a quanto avviene per una banale influenza in cui non c’è controindicazione all’allattamento al seno». Il prof. Mosca invita, però, a usare la mascherina durante l’allattamento e a mantenere due metri di distanza tra neonato e mamma quando quest’ultima non indossa la mascherina. I pareri degli esperti incoraggiano quindi le donne in gravidanza. Così come le incoraggia quanto avvenuto a Piacenza a fine febbraio, dove una mamma positiva al coronavirus ha partorito senza problemi e il bambino è risultato negativo al contagio.
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