Contro il suicidio dell’Occidente

Un popolo è sceso in piazza per ricusare il «Ddl Zan». È un grande inizio, da non vanificare

Restiamo Liberi, Roma, Piazza del Popolo

Image by *iFamNews"

Un altro capitolo del suicidio dell’Occidente. La definizione che l’ex presidente del Senato, Marcello Pera, dà del «Ddl Zan», che immagina di contrastare la presunta «omo/transfobia», è perfetta. E la definizione non è una postura intellettualistica: il suicidio dell’Occidente è proprio quello che stiamo propiziando tutti noi, giorno dopo giorno, dal giorno in cui, nel 1964, l’indimenticato James Burnham (1905-1987) coniò quell’espressione, rotonda nella sua tragicità. Basta lasciare andare le cose come stanno andando e quel suicidio sarà conclusione inevitabile.

L’Occidente, infatti, il nostro mondo, non lo stanno distruggendo gli Hyksos da fuori o gli Yuuzhan Vong di Star Wars. Lo stiamo picconando noi quotidianamente dall’interno, odiando ciò di cui siamo fatti, la stoffa di cui siamo intessuti, l’eredità preziosa che abbiamo ricevuto.

Troppo tardi per reagire? Sì, come sempre. Come sempre, infatti, ogni minuto concesso al dilagare della menzogna e del male è troppo. Al contempo, non è ancora troppo tardi, perché non lo è mai. Lo sarebbe se sulla faccia della Terra non vi fosse più nessuno. Fino a che, invece, vi sarà un solo uomo varrà la pena di dire la verità e di combattere per essa. Fino a che ci sarà anche solo una persona disposta a dire la verità e a fare la verità, non sarà insomma troppo tardi.

Sabato scorso a Roma è sceso in piazza un popolo. Limitato, rabberciato dalle misure anti-contagio imposte in questo momento di pandemia, ma quel popolo lo si è inequivocabilmente visto. Ha detto, quel popolo, la verità e si è dichiarato pronto a difenderla a ogni costo. La posta in gioco, infatti, è altissima.

Adesso quel popolo non va smobilitato. Nessuno è, cioè, ancora autorizzato a tornare a casa, né una pur importante singola manifestazione può essere tutto ciò che si è capaci di mettere in campo contro la menzogna.

Ricominciamo subito, dunque, a dire, a gridare la verità. A dire, a gridare che l’Italia non ha un problema «omo/transfobia» e che l’Italia i violenti, chiunque siano, li punisce già con le leggi vigenti.

Serviranno forse altre manifestazioni. Fossero 10, 100, 1000 andranno fatte tutte, andranno animate, andrà indefessamente ripetuta quella verità delle cose che merita tutta la nostra volontà e la nostra dedizione. E mentre racconteremo e raccontiamo questa verità contro le bugie del «Ddl Zan», dobbiamo cogliere l’occasione per dire sempre tutto. Di ricordare, per esempio, che se in Italia no, non esiste affatto un problema «omo/transfobia», un problema cristianofobia si sta invece profilando minaccioso all’orizzonte. Tanto che si sta pensando di istituire un Osservatorio che se ne occupi, che monitori, che denunci. Non una legge speciale, bene inteso, ché quelle già esistenti in Italia servono egregiamente, alla bisogna, lo scopo: ma un’attenzione (educativa) permanente a un problema che sta crescendo, in verità in tutto il mondo, ma che troppo pochi sono ancora disposti a riconoscere. Probabilmente, anzi senz’altro perché fa più comodo così.

“iFamNews” appoggia dunque con entusiasmo l’idea di istituire un osservatorio di questo tipo e auspica che tutto venga fatto, il più presto possibile, dotando la struttura dei mezzi consoni a consentire a essa di svolgere la propria funzione con decoro e con precisione. Siamo sin d’ora disponibili, con quel poco o quel tanto che sappiamo fare, per contribuire, per aiutare, se verrà ritenuto opportuno. E comunque sempre a dare voce, eco, notizia di quanto l’Osservatorio, voglia Iddio che nasca, farà e deciderà. È un’iniziativa importante, un inizio di una civiltà diversa. Addirittura un passo indietro, di benemerito allontanamento, dall’ansia di morte che pervade l’Occidente, per allontanarne di un passo, per esorcizzarne il suicidio.

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